Calcio Napoli

“Vesuvio erutta”. L’offesa ai napoletani arriva al MoMA di New York

“Vesuvio erutta, tutta Napoli è distrutta” il vergognoso coro esce dagli stadi e arriva al MoMA (Museum of Modern Art) di New York

Negli stadi italiani ormai va di moda inneggiare all’eruzione del Vesuvio anziché tifare per la propria squadra. L’odio verso Napoli sta assumendo proporzioni preoccupanti, ma la cosa sembra non interessare le istituzioni del calcio e la politica.

In una discoteca di Roma a  cantare “Vesuvio erutta (Tutta Napoli è distrutta)” insieme a centinaia di ragazzi si è aggiunto anche un calciatore dell’Ascoli, della serie : Al peggio non c’è mai fine.

Il bano è finito addirittura su Spotify poi rimosso è solo l’ultimo degli esempi negativi.

VESUVIO ERUTTO AL MOMA DI NEW YORK

Nessuno però si aspettava di trovare un foglietto adesivo con la scritta “Vesuvio erutta” in uno dei musei più importanti del mondo, il MoMA (Museum of Modern Art) di New York, in uno degli spazi dedicati alla libera espressione dei visitatori.

A segnalare l’accaduto è stato un turista napoletano, che racconta così l’episodio: “Mi trovavo  in vacanza a New York con la mia compagna , da tempo desideravo visitare il tempio dell’arte moderna e contemporanea mondiale.

Quando ho visto questa scritta, non potevo credere ai miei occhi. Assolutamente non sono il tipo di persona che vuole limitare il pensiero degli altri  ma questa cosa la trovo un’offesa  vergognosa per tutti i napoletani e soprattutto per coloro che vivono alle falde del Vesuvio come me”.

Vesuvio erutta su Amazon Unlimited, anche Alexa lo riproduce

Ruotolo e De Giovanni: “Non è cosa ‘e niente”

In una nota congiunta il senatore Sandro Ruotolo e lo scrittore Maurizio De Giovanni condannano  lo squallido coro, Vesuvio erutta,  bollato da mezza Italia come sfottò:

“Non è cosa ‘e niente. È come se fosse diventata una parola d’ordine negli stadi di mezz’Italia. Anche quando la squadra avversaria non è il Napoli, partono i cori razzisti contro i napoletani. Non è goliardia, non sono sfottò.

È il sintomo di una malattia che c’è nel Paese e la politica, una certa politica, invece di prenderne le distanze, la cavalca. Non sono sufficienti le multe per discriminazione territoriale.

Non sono solo tifosi isolati che quando vengono identificati vanno cacciati a vita dagli stadi. Dobbiamo chiedere alle società di realizzare una campagna di prevenzione. Ma se i cori si dovessero ripetere bisognerà procedere anche alla penalizzazione in classifica.

A furia di dire è cos ‘e nient rischiamo di diventare niente“, hanno concluso Ruotolo e De Giovanni.

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