Serena Brancale: “Cantare ‘Anema e Core’ allo Stadio Maradona sarebbe un sogno”

Serena Brancale: “Cantare ‘Anema e Core’ allo Stadio Maradona sarebbe un sogno”

La cantante Serena Brancale è intervenuta ai microfoni di CRC, durante la trasmissione A Pranzo con Chiariello, parlando del suo percorso post-Sanremo e del legame speciale con Napoli e la sua musica.
L’emozione di vedere il suo brano allo Stadio Maradona

Brancale ha raccontato l’emozione di vedere il titolo del suo brano esposto in una coreografia dei tifosi del Napoli:

«È stato emozionante vedere il titolo della mia canzone come coreografia allo Stadio Maradona. Tornare a cantarla lì sarebbe un sogno, voglio solo sapere quando!»

La cantante ha rivelato di aver seguito le partite degli azzurri ogni volta che ha potuto:

«Sono stata anche io allo stadio a tifare Napoli. Ho seguito il Napoli finché il cellulare non mi è praticamente esploso tra le mani, per fortuna mio padre mi ha avvertito».

Un periodo di crescita dopo Sanremo

Dopo l’esperienza al Festival di Sanremo, Serena Brancale non ha intenzione di fermarsi:

«Non ci si ferma mai, vale per tutti. È stato bellissimo partecipare al Festival e adesso dobbiamo spingere ancora di più per produrre nuova musica. Siamo in studio e abbiamo già chiuso due brani, stiamo scrivendo il terzo. È un periodo stimolante e pieno di idee».

Il significato di “Anema e Core” e l’affetto del pubblico

Brancale ha raccontato come il suo brano abbia conquistato un pubblico trasversale, dai più piccoli agli adulti:

«”Anema e Core” piace tantissimo ai bambini, è un brano che appartiene a tutti quelli che lo cantano. Celebra la vita e le piccole e grandi cose. Ho saputo che una bambina ha organizzato una festa di compleanno a tema Serena Brancale, con la mamma che dovrà stampare le mie foto: questo è il successo più grande per me».

La cantante ha spiegato anche il motivo della scelta del titolo:

«”Anema e Core” è una bellissima frase napoletana, un modo di dire che mi appartiene. È un brano storico di Murolo, ma anche un capolavoro di Pino Daniele. Io sono barese, ma ho voluto mescolare il mio dialetto con il napoletano, perché amo Napoli in tutte le sue sfaccettature».

L’amore per la musica neomelodica

Serena Brancale ha espresso il suo apprezzamento per il neomelodico, sfatando alcuni pregiudizi sul genere:

«Se Stevie Wonder cantasse in napoletano, sarebbe un grandissimo neomelodico! Questo genere è una fusione tra soul e altre influenze musicali. Chi etichetta il neomelodico in modo negativo ha un problema suo. Io lo adoro e nei miei concerti canto anche brani di Gianni Celeste, come “Povero Gabbiano”».

Ha poi spiegato la differenza tra il pop e il neomelodico:

«La melodia neomelodica gioca sui mezzi toni, ha un’impronta più vicina alla musica orientale. Il problema è che i testi sono spesso molto tristi e passionali, ma se si prende solo la melodia, è qualcosa di meraviglioso».

Progetti futuri e il ritorno a Napoli

Guardando al futuro, la cantante sogna di tornare a Sanremo con un brano più vicino alle sue radici jazzistiche:

«Mi piacerebbe tornare al Festival con un brano più nel mio stile, con note lunghe e influenze jazz. Ma in questo momento avevo bisogno di un brano che facesse divertire, perché la musica è anche questo».

Infine, ha annunciato una data speciale per il pubblico napoletano:

«Sarò a Napoli il 24 maggio al Teatro PalaPartenope per ringraziarvi e rendere omaggio a questa città meravigliosa».