Sarri e Allegri. Sono due rette che non si incontreranno mai. Comincia così l’editoriale sul corriere della sera di Mario Sconcerti. Il giornalista ha fatto il punto su quali possano essere i temi del 2017 nel mondo del calcio e, in primis, ha analizzato il gioco di Maurizio Sarri e Massimiliano Allegri.
Sarri e Allegri
“È stato un anno interessante per merito di molti tecnici, primi fra tutti Sarri e Allegri. Sono due rette che non si incontreranno mai. A tratti è sembrato di vedere in Sarri la stessa usura che colpì presto Sacchi che però aveva già vinto abbastanza. Il suo gioco veloce, a due tocchi di palla, è stata la vera novità dell’anno, ma ha anche confermato di avere i suoi piccoli limiti. Servono mesi per impararlo, cioè tempo che nel calcio non c’è. Vengono eliminati tutti i rinforzi successivi, la squadra che è stata creata è già una perfezione perché capace di esasperare i concetti di partenza, quindi non può essere toccata. Questo porta a momenti di stanchezza che diventano prevedibilità nel gioco. La base del sistema Sarri è liberare sempre con passaggi veloci un centrocampista o un difensore pronto a impostare il gioco. I passaggi all’indietro servono a trovare lo spazio per un passaggio diverso, a evitare la pressione degli avversari, ormai una consuetudine. La velocità è un ingrediente necessario, quindi tutto è costoso via via che il tempo passa.
Massimiliano Allegri invece…
Allegri è un allenatore di uomini e partite, usa il vantaggio che ha, venti titolari, tutti di livello europeo. È altrettanto veloce ma aritmico, procede a sbalzi.
Allegri fa quel che serve di volta in volta, ogni minuto della partita. Sarri prevede, costruisce qualcosa che lo prescinda. Per questo fa poche sostituzioni. Non ha voglia di intervenire su ciò che è già compiuto. Allegri ama cercare la sorpresa. E ama la forza. L’Invenzione di Mandzukic è del gennaio scorso. Serviva per recuperare la potenza persa con la partenza di Pogba. È questa varianza di scopi che rende le idee di Allegri quasi incomprensibili. È spesso un metro davanti agli avversari. Ora per esempio nella sua fantasia c’è l’eccesso di Dybala. Non sa dove metterlo perché ha capito che la Juve non può giocare con due centrocampisti soltanto. La scelta finale è fra due soluzioni. O Dybala al posto di Pjanic o al posto di Mandukic. Messo così il dubbio non è peregrino. È semplicemente un lusso straordinario che nessun altro si può permettere”.