Calcio Napoli

Sacchi: “Il Napoli ricorda il Liverpool di Klopp. Esprime spettacolo ma c’è un rischio”

Per Sacchi il Napoli ricorda il Liverpool di Klopp: esprime spettacolo ma c’è un rischio

Arrigo Sacchi ritiene che il Napoli ricorda il Liverpool di Klopp per lo spettacolo che esprime. Nella sua intervista alla Gazzetta dello Sport l’ex allenatore del Milan si sofferma sul Napoli. “In un calcio italiano, che fa del tatticismo e della furbizia le armi principali, ricercare lo spettacolo come il Napoli è un punto di merito. Poche squadre in Europa stanno in campo e si muovono come quella di Spalletti. Davvero bravi: giocatori, e allenatore”. Poi ancora: “Si deve partire da un concetto: la distanza tra attacco e difesa non deve mai essere superiore ai 20-25 metri. In questo modo c’è collaborazione, c’è comunicazione e si arriva più in fretta all’interiorizzazione del gioco. Il Napoli attacca in undici e difende in undici: non è poco”.

Le azioni si sviluppano quasi sempre in verticale, raramente ci sono tocchi laterali se non per trovare il varco giusto. In sostanza, un attaccante viene incontro al portatore di palla e un altro si butta nello spazio per ricevere il passaggio in profondità. Non sono movimenti difficili, ma prevedono una perfetta sincronia e lungo lavoro in allenamento”, prosegue Sacchi.

Sacchi avverte il Napoli sul rischio che corre

Anche la Roma di Spalletti ha provato le verticalizzazioni rapide ma non è riuscito nel suo intento. “Sì, ma la Roma non era così coordinata come questo Napoli. I reparti erano molto distanti, non c’era comunicazione. Qui, invece, Spalletti sta facendo qualcosa di veramente notevole. Di moderno, direi. Anzi: qualcosa di europeo. A tratti, per il modo di attaccare, ricorda il Liverpool di Klopp, quando i Reds avevano più voglia di correre e di smarcarsi di quella che hanno adesso… La cosa è resa possibile a Spalletti perché ha giocatori intelligenti, disponibili, che mettono entusiasmo e volontà nel lavoro”.

Il Napoli corre un solo rischio secondo Sacchi: “C’è il rischio che tutti si sentano già arrivati. Ora sono un collettivo e giocano da collettivo. Se cambiassero, non sarebbero tanto belli”.

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