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D’ANGELO : “Quella volta in cui Maradona mi chiamò e mi lasciò a bocca aperta. Poi racconta del pentimento di Higuain…”

Bella intervista di Nino D’Angelo sul Napoli. Il cantante ha parlato alla gazzetta: “quella volta in cui Maradona mi chiamò e mi lasciò a bocca aperta.”

NAPOLI – Nino D’Angelo ha rilasciato una lunga intervista alla gazzetta dello sport, ecco quanto evidenziato

Nino D’Angelo sul Napoli

«Dalla musica ho avuto un grande regalo: sono stato rivalutato, riscoperto, diciamo pure capito. Se potessi, troverei io una alternativa per Napoli, una speranza, un lavoro per chi è costretto ad andare via. Quello che chiedo al Napoli, invece, lo potete immaginare, ma voglio essere ingordo: portatemi pure la Champions

Sei motivi per cui questo è l’anno buono?

«Iniziamo dal bel calcio, forse il migliore in Europa. Poi l’attacco devastante, la difesa solida, la capacità di vincere partite difficili come contro la Spal e contro dirette concorrenti come la Lazio. Ultimo, Sarri: è speciale e ha fatto la nostra fortuna. Fa esattamente quello che pensa e che dice, tira avanti per la sua strada. Poi viene dal basso, è uno “senza giacca e cravatta”»

Nino D'Angelo sul Napoli. Il cantante ha parlato alla gazzetta: "quella volta in cui Maradona mi chiamò e mi lasciò a bocca aperta."

Cosa porta uno slovacco a identificarsi così tanto con la città?

«Ma perché se la conosci davvero, da Napoli non te ne vai più via. Ti entra nelle viscere: chi non l’ha mai vissuta, fa prevalere una immagine distorta. Anche se i problemi sono tanti».

Lei come ha vissuto l’affare Higuain un anno fa?

«Esiste l’amore, ma pure lo stipendio e la carriera: non penso che altri al suo posto avrebbero fatto diversamente. Di certo ha fatto un errore perché un amore così grande non lo troverà più, anzi per me si è pentito».

Non è che Diego è stato troppo amato da Napoli?

«Era il migliore di tutti ed è venuto da noi: è come se fosse sceso sulla Terra per cambiare la nostra storia. Adesso c’è una squadra e non un solo giocatore che ci emoziona, ma Maradona non si può discutere. Una volta eravamo su un campo di calcio e mi disse: “Guarda che faccio?”. Prese la traversa uno, due, tre, quattro volte. Eravamo tutti a bocca aperta».

Anche solo per un momento ha mai “maledetto” il fatto di essere nato a Napoli?

«No, i momenti di sconforto esistono ovunque. Io qua vorrei rinascere e qua voglio morire. In mezzo a questa contraddizione vivente: Napoli è la passione nel volto della gente che non vince mai. Per questo, servirebbe un altro riscatto col calcio».

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