Una grande mostra su Pompei all’Ermitage di San Pietroburgo. Nasce un accordo tra i direttori dei musei napoletani e quelli del museo Russo.
Di: Antonio Ferrara giornalista di Repubblica
Una mostra che mette insieme le opere esposte e quelle custodite nei depositi del Museo archeologico nazionale di Napoli e i reperti conservati a Pompei, e che rappresenta il primo, concreto risultato del protocollo d’intesa firmato ieri a San Pietroburgo tra il direttore della Soprintendenza Pompei, Massimo Osanna, quello del Museo archeologico nazionale di Napoli, Paolo Giulierini, e il direttore del Museo statale Ermitage, Michail Piotrovskij.
L’accordo di collaborazione tra la Soprintendenza Pompei, il Museo archeologico nazionale di Napoli e l’Ermitage durerà 4 anni e si propone di allargare i rapporti culturali e scientifici per la preparazione e la realizzazione di un programma di collaborazioni culturali e scientifici tra i tre istituti museali.
I due direttori campani e il titolare del museo russo lavoreranno anche allo studio e al confronto sulle nuove forme di approccio e di diffusione della conoscenza, anche attraverso l’interdisciplinarità delle arti, dei patrimoni archeologici e delle eredità storico-artistiche.
L’Ermitage è uno dei più grandi e antichi musei del mondo, con oltre 3 milioni di opere d’arte che vanno dall’archeologia all’arte contemporanea: l’arte italiana e le antiche civiltà hanno da sempre rivestito nel museo sanpietroburghese un ruolo di grande rilievo, a partire dall’attività collezionistica di Caterina II. Tra i progetti di lavoro comune: il ruolo di Pompei; l’opera di Anotnio Canova; la produzione orafa di Sciti e Romani; le relazioni artistiche tra civiltà romana, greca, Magna Grecia e Italia antica; il paesaggio napoletano nei pittori russi e italiani; i legami storici tra le città di San Pietroburgo e Napoli e le relazioni culturali sviluppatesi tra la Russia degli Zar e la Corte borbonica. Ogni anno i direttori si vedranno per aggiornare il programma di lavoro.