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Negli anni venti Mussolini fu nominato cittadino onorario di Napoli

Negli anni venti Mussolini fu nominato cittadino onorario di Napoli. Il Duce rispose alla cittadinanza onoraria con grandi opere poi  nel 44 tutto cambiò.

[…] Ma la più grande Napoli non sarà, se dagli avvenimenti di queste singolari settimane non prenda inizio un profondo rivolgimento del nostro costume politico e delle nostre inveterate lacune sociali e civili.
«Il Mattino», 2-3 agosto 1923

Di: Alex Thoromp

Mussolini fu nominato cittadino onorario di Napoli

C’era un caldo torrido quel giorno. Il vento da sud si attaccava alla pelle, soffiava minuscoli granelli di sabbia dal deserto libico che opprimevano l’aria e si spalmavano ovunque. Da lontano si sentirono vibrare dei cori, poi, accolto da applausi, un corteo rumoroso e spavaldo di anime nere sfilò a braccia tese per via Roma. Convergevano tutti verso il mare, affollandosi nella piazza del Municipio.

Alle ore 17 in punto, su proposta dei consiglieri Federico Baistrocchi e Alessandro Elefante, era convocato il Consiglio comunale per discutere di una mozione che avrebbe dato lustro alla città Mussolini  fu nominato cittadino onorario di Napoli:

«Il Consiglio, constatato che Benito Mussolini – il Duce invitto della nuova Italia sbocciata dai campi gloriosi di Vittorio Veneto – con chiara visione dei bisogni, dei sacrifizi sempre compiuti, e dello spirito di patriottismo di Napoli nostra – ne ha, senza indugi, iniziato la tanto attesa opera di ricostruzione – lo acclama cittadino onorario di Napoli».
Dopo Roma, Firenze e Perugia, anche Napoli volle a tutti i costi affidare al nuovo uomo della nazione la propria lealtà e, nella speranza che l’impulso che egli stava dando all’Italia portasse anche nel Mezzogiorno una ventata di aria fresca e costruttiva, decise di averlo come cittadino onorario. Era l’anno 1923, e ci credevano tutti.
La seduta durò appena un’ora e fu tolta alle 19 «tra applausi deliranti». Mentre le 816 stanze e i 10 corridoi di palazzo San Giacomo ancora fremevano per l’acclamazione, giù in piazza sventolavano tricolori e bandiere con i colori della città, il porpora e l’oro, la folla intonava cori che inneggiavano a Mussolini il Salvatore, e le camicie nere presero a marciare tendendo il braccio destro nel saluto romano. La sete di concretezza, per il momento, era stata soddisfatta.

Il duce cittadino onorario di Napoli

Il duce cittadino onorario di Napoli. La risposta di Mussolini non si fece attendere, il telegramma di risposta arrivò immediatamente:
“Alto onore mi avete fatto eleggendomi a cittadino onorario della vostra città. Avrei preferito che ciò fosse avvenuto a realizzazione ultimata o bene avanzata delle opere decise e necessarie al vostro avvenire di grandezza. Il vostro gesto è da interpretare come un benevolo atto di fiducia che non sarà delusa. Viva la più grande Napoli.

Il Mezzogiorno d’Italia non è ricco, ma può divenire ricco. Un popolo saggio, un popolo laborioso, un popolo che ha dato il fiore del suo sangue alla Patria può conquistare il Nord d’Italia e il Mezzogiorno: si livelli e scompaia questa differenza che spiritualmente non esiste più perché l’unità della Patria è un fatto compiuto, irrevocabile e tutti voi meridionali siete gelosissimi custodi di questa verità. Vi sono le differenze dovute ad eventi storici e a fattori geografici. Il Governo deve venire incontro a voi e voi dovete operare. Vi ripeto che il mio Governo ha soprattutto presenti i bisogni e i problemi di Napoli e dell’Italia meridionale. Vi ripeto che voglio, fermamente voglio, fare tutto il possibile perché si realizzi quello che fu l’auspicio di due anni fa: vedere Napoli potente, prospera, veramente regina del Mediterraneo nostro. Mussolini “.

I grandi lavori, l’emergenza monumentale, i progetti per il recupero del centro cittadino, quelli per la costruzione delle scuole, degli ospedali e d’interi quartieri, la creazione e la ristrutturazione dei sotto servizi essenziali, partirono tutti in quegli anni in cui si cominciarono anche a spendere duecento milioni stanziati per l’aggiornamento delle infrastrutture del porto (l’edificazione della Stazione Marittima, però, fu successiva – iniziata nel 1934, fu inaugurata nel 1936 –: insieme alla Mostra d’Oltremare (1940) fece parte del nuovo progetto mussoliniano lanciato nel 1931). Per far partire senza pecca la macchina dei lavori, e per mettere in chiaro che l’era nova nulla aveva a che fare con l’immobilismo precedente, il governo istituì con Regio decreto l’Alto Commissario per Napoli e provincia affidando l’incarico al prefetto Michele Castelli il quale riassunse tutti i fondi e tutti gli incarichi istituzionali.

Napoli revoca la cittadinanza onoraria  a Mussolini

Nel 1944 l’amore reciproco tra i napoletani e il Duce andò definitivamente in fumo, e per molti si trasformò in odio. Dopo sedici anni di commissari straordinari e di podestà, il primo sindaco della città “liberata” fu il salentino Gustavo Ingrosso eletto nelle liste del Partito d’Azione. Tra i pochi provvedimenti che prese la sua giunta (Ingrosso tenne l’incarico dalla metà di aprile al settembre ’44), ci fu la delibera con cui si annullava l’atto di nomina a cittadino onorario di Mussolini.

fonte: focus Storia, Maurizio Ponticiello libri, wikipedia