Lo sapevi che Napoli

Un’invenzione napoletana: I programmini del cinematografo

Un’invenzione napoletana: I programmini del cinematografo.  A Napoli, e solo a Napoli, un tipografo di via Nilo negli anni ‘50 inventa i programmini personalizzati per i singoli cinematografi.

Di: Alex Thoromp

I programmini del cinematografo

I moderni cinema hanno  programmi accattivanti, ma lo sapete che si tratta di una invenzione Napoletana?

Napoli è stata sempre una delle grandi capitali italiane del cinematografo. Un solo anno dopo l’invenzione della macchina Lumiere, a Parigi, un esemplare di quella macchina era già a Napoli. A Napoli, e solo a Napoli, un tipografo di via Nilo negli anni ‘50 inventa i programmi personalizzati per i singoli cinematografi.

Siamo nel secondo dopoguerra; è l’epoca dei matinée, degli ingressi a ciclo continuo, del cartello “Solo posti all’impiedi”, della mancia alla prima maschera, della mancia alla seconda maschera con la pila, delle sale piene di fumo.

Sono gli anni Cinquanta e Sessanta, gli anni del vero boom del cinema a Napoli, novantadue cinematografi nel 1965 nella sola città di Napoli. Un film di successo uscito a settembre sicuramente rimaneva in quella sala fino alle feste di Natale.

Il programmino di sala era un pieghevole, in carta di pessima qualità, che conteneva la trama del film, barzellette e cruciverba; uno stupido insignificante foglietto che voleva imitare i più ricchi ed importanti libretti teatrali e che aiutava a passare il tempo nei lunghi intervalli del cinema di allora (due intervalli se la pellicola faceva la spoletta tra due cinema).

Napoli capitale del cinema. 250  produzioni, 27 milioni di Euro. Il 60% del personale impiegato è ingaggiato sul posto.

Come funzionava il programmino?

Il programmino di sala cinematografica fu un fenomeno tipicamente napoletano; fu inventato da Pastore, un tipografo di via Nilo che pensò bene di produrre una pubblicazione personalizzata per ogni sala da cinema. Il programmino aveva un lato con contenuti comuni a tutte le sale (letture, passatempi, cruciverba, barzellette, pubblicità …); l’altro lato, che conteneva la trama del film e le foto degli attori, veniva poi personalizzato per ogni sala. Una curiosità: in questi foglietti il regista non appariva mai, solo gli attori avevano visibilità.

Il cinema a Napoli

A Napoli fu un importantissimo fenomeno culturale ma anche un’industria con migliaia di addetti.

Si andava al cinema più volte la settimana, si conoscevano tutti gli attori, si chiacchierava di cinema quasi quanto il calcio; un fenomeno sociale importantissimo, diffusissimo in tutte le classi sociali e con centinaia di sale. C’erano sale di cinema in ogni dove. Nella galleria Umberto I, solo all’interno della galleria, c’erano ben quattro sale: Il Santa Brigida, il Colosseo, l’Umberto e il Margherita.

A pochi metri, a via V. Emanuele, c’era il Regina Elena. Due di essi erano adiacenti. Entrando in Galleria da Santa Brigida, al posto delle attuali vetrine di Barbaro, c’erano due entrate adiacenti di due diversi cinema. Il Santa Brigida e il Colosseo. Impensabile, ai giorni d’oggi.

Poi tutto è cambiato; le modalità di fruizione, le maschere, il fumo; i numeri di spettatori e di incassi sono crollati; il 90% delle sale da cinema ha dovuto chiudere, le restanti sopravvivono convertendosi in multisala. Restano le trame dei film in sala, i programmini di sala napoletani degli anni ’50 – ‘60 a testimoniare il periodo d’oro delle sale cinematografiche di Napoli.

Video: ecco com’era Napoli nel 1898

fonte: Maurizio Ponticello..Curiosità, storie inedite, misteri, aneddoti storici e luoghi sconosciuti della città partenopea

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