MI RITIRO PER COLPA DELL’AUTISMO | Addio al commentatore più amato della tv: questa è stata l’ultima partita commentata
Dazn - fonte lapresse - napolipiu.com
Una notizia che ha sorpreso in molti. Era uno dei migliori in circolazione, la sua assenza si farà sentire.
L’autismo, o disturbo dello spettro autistico (ASD), è una condizione neurologica e dello sviluppo che influisce sul modo in cui una persona percepisce il mondo, comunica e interagisce con gli altri. Le caratteristiche possono variare notevolmente da individuo a individuo, motivo per cui si parla di “spettro”. Alcune persone presentano difficoltà nella comunicazione verbale e non verbale, altre mostrano comportamenti ripetitivi o interessi intensi e specifici.
Il riconoscimento precoce dei segni dell’autismo è fondamentale. Tra i segnali comuni nei bambini vi sono ritardi nel linguaggio, difficoltà nel contatto visivo, resistenza ai cambiamenti nella routine e comportamenti ripetitivi. La diagnosi viene effettuata attraverso valutazioni cliniche multidisciplinari, che considerano lo sviluppo cognitivo, sociale e comportamentale. Un intervento tempestivo può migliorare significativamente la qualità della vita e le competenze sociali del bambino.
Non esiste una cura per l’autismo, ma diversi approcci educativi, comportamentali e terapeutici possono aiutare le persone a sviluppare abilità comunicative, sociali e cognitive. Terapie come l’ABA (Applied Behavior Analysis), il supporto logopedico e le attività sensoriali mirano a favorire l’autonomia e l’inclusione nella vita quotidiana, scolastica e lavorativa.
Promuovere la consapevolezza sull’autismo è fondamentale per combattere pregiudizi e discriminazioni. Creare ambienti inclusivi, sia a scuola che nella società, permette alle persone nello spettro di esprimere il proprio potenziale e partecipare pienamente alla comunità. La comprensione, il rispetto e l’empatia restano strumenti chiave per una convivenza più equa e consapevole.
Paul Scholes lascia il calcio per il figlio
Paul Scholes, leggenda del Manchester United, ha deciso di abbandonare la carriera da commentatore sportivo per prendersi cura del figlio Aiden, ragazzo con disturbo dello spettro autistico. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo nel 2013, Scholes era rimasto nel mondo del calcio come allenatore e opinionista, ma ora ha scelto di concentrare ogni energia sulla quotidianità del figlio, raccontando al podcast “Stick to Football” quanto sia fondamentale adattare le sue giornate ai bisogni di Aiden.
Aiden, 20 anni, è un ragazzo non verbale, e la sua condizione richiede una routine rigorosa per ridurre ansia e frustrazione. Scholes descrive le attività settimanali: dal nuoto del martedì, alle uscite culinarie del giovedì, fino alla spesa della domenica al Tesco, dove Aiden sceglie i suoi dolci preferiti. La programmazione costante permette al ragazzo di orientarsi, compensando la difficoltà di comprendere il tempo e i giorni della settimana.

Le sfide quotidiane e il sacrificio
Il campione ha ricordato come la gestione di Aiden non sia mai semplice: comportamenti aggressivi, morsi e graffi rappresentano espressioni di frustrazione tipiche della neurodivergenza. Scholes ha spiegato che, durante la carriera da calciatore, situazioni simili lo hanno costretto a rinunciare a trasferte e impegni, mettendo sempre al primo posto le esigenze del figlio.
Con l’ex compagna Claire e la madre di quest’ultima, Scholes ha organizzato una gestione condivisa delle giornate di Aiden, mantenendo una routine stabile e prevedibile. La scelta dell’ex centrocampista mette in luce le difficoltà e le responsabilità quotidiane delle famiglie con figli nello spettro autistico, un tema che riguarda migliaia di famiglie in tutto il mondo.
