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Laura Pausini, non solo Bella Ciao: ricordate cosa scrisse alla morte di Maradona?

Laura Pausini si rifiuta di cantare Bella ciao alla tv spagnola. In molti ancora ricordano quella frase sulla morte di Maradona.

Laura Pausini rifiuta di intonare il ritornello di Bella Ciao. Tutto è accaduto alla tv Spagnola, dove la cantante italiana era  ospite nel quiz El Hormiguero per presentare la nuova edizione de La Voz, la variante spagnola di The Voice.
Alla Pausini era stato chiesto di intonare il ritornello di Bella Ciao in un momento dedicato al karaoke. Richiesta che, però, la cantante ha rispedito al mittente perché, a detta sua, il brano era «molto politico». “E’ una canzone molto politica e io non voglio cantare canzoni politiche“, ha obiettato la cantante che per questo è stata sommersa dalle critiche sui social.

Bella Ciao è solo una delle uscite infelici di Pausini. La cantante fu al centro dell’attenzione per un post pubblicato alla morte di Maradona:
«in Italia fa più notizia l’addio di un uomo sicuramente bravissimo a giocare al pallone, ma davvero poco apprezzabile per mille cose personali diventate pubbliche, piuttosto che l’addio a tante donne maltrattate, violentate, abusate. Oggi non sono la notizia più importante di questo Paese…nonostante stamattina ne abbia perse altre due. Non so davvero che pensare».

Parole che pesarono anche sulla battaglia sulla violenza sulle donne che la cantante stava portando avanti. E proprio come il caso di Bella Ciao, i social della Pausini furono assaliti dai messaggi di sdegno, non solo dei tifosi del Napoli:
«Io questo commento lo trovo proprio da scemi. Insensato. Non lo dico perché tifoso napoletano, fan di Maradona, ma perché fosse morta una rockstar dalla vita “sregolata” lei l’avrebbe ricordata con tanto di foto (ritoccata ovviamente) e avrebbe evitato la polemica».
«Quello è morto una volta ed è una leggenda, la riflessione e il giusto risalto alla eliminazione della violenza sulle donne andrebbe fatta tutti i giorni e non con una giornata».
«Cara Laura Pausini, di femminicidio si deve parlare tutti i giorni non solamente ieri, senza mai dimenticarselo. Ieri si è parlato soprattutto di Maradona perché sai, si muore solo una volta nella vita ed è stato giusto averlo ricordato come merita».

L’IMPORTANZA DI BELLA CIAO

Laura Pausini rifiutandosi di cantare Bella ciao sa che ha compiuto una fesseria enorme, spiega Saverio Tommasi:

Bella Ciao è la canzone italiana più significativa di sempre. Se la vogliamo dire con un pizzico di pathos, Bella Ciao è la colonna sonora che ha permesso a tutte le altre canzoni di essere cantate liberamente.

Prima di Bella Ciao, dal 1922 al 1943, in Italia vigeva una dittatura chiamata fascismo, per cui ogni potere e ogni aspetto della vita dipendevano dal governo: anche l’arte, la musica e le canzoni.
Perché il fascismo capì subito una questione fondamentale: la musica non è neutrale, chiede sempre di essere scelta. E per questo provò a controllarla, vietando ogni canzone di libertà.

In altre parole: durante la dittatura era possibile parlare e scrivere unicamente assecondando quell’ideologia basata sulla sopraffazione.

La stessa ideologia mortifera che spedì Primo Levi ad Auschwitz, dopo essere stato detenuto nel campo di Fossoli in Emilia Romagna, quello dove venivano chiusi gli “indesiderabili”.

Quando poi un giorno alla stazione di Carpi venne caricato su un convoglio, appunto, direzione Auschwitz.

Oppure i sette fratelli Cervi, ammazzati uno dopo l’altro. Oppure Anna Pardini, aveva 20 giorni quando i nazifascisti la uccisero per gioco a Sant’Anna di Stazzema.

LA CANZONE DELLA RESISTENZA

A proposito: sai perché spesso i bambini piccolissimi venivano lanciati in aria come patate, prima di sparare loro? Perché la loro carne è così tenera che quando gli spari il proiettile passa quasi sempre dall’altra parte, traforando il corpicino e rischiando poi di rimbalzare su un masso oppure a terra, e colpire così di rimbalzo chi aveva sparato. Invece se lanci il neonato in alto puoi sparargli verso il cielo, al massimo il proiettile colpisce una nuvola dopo avergli trapassato il petto.
Bella Ciao è stata una canzone di resistenza contro tutto questo, è la canzone che ha certificato la vittoria contro ogni sopruso derivante dall’umiliazione degli uomini sugli altri uomini.

Bella Ciao è diventata memoria collettiva e rito, come un bacio prima di andare a letto, oppure appena svegli per augurarsi buona vita.
Una canzone di speranza, da cantare insieme; Bella Ciao è anche una canzone d’amore, e le canzoni d’amore vanno cantate a squarciagola.

In Afghanistan i talebani vietarono il volo degli aquiloni, da noi i fascisti vietarono Bella Ciao e ogni canzone di resistenza.

Bella Ciao, le mondine e l’Internazionale. Addio Lugano bella e A morte la Casa Savoia. Ma soprattutto – appunto – Bella Ciao, forse derivante da una melodia yiddish“.