Smorfia

La questione del gambling sotto Carlo III

Carlo III sovrano del Regno delle Due Sicilie, nel 1734 legalizzò di fatto il Lotto. Durante le festività natalizie nacque la Tombola.

Durante il corso della storia il concetto di “gioco d’azzardo” è cambiato, vivendo una vera e propria evoluzione. Sicuramente molti tabù oggi sono stati finalmente sdoganati, grazie soprattutto alla diffusione di internet anche su dispositivi mobili che hanno permesso a molte persone di approcciare a questo tipo di intrattenimento.

Se da una parte infatti oggi possiamo trovare un po’ di svago accedendo ai migliori siti di gioco online o andando fisicamente in strutture abilitate, in verità non serve andare troppo lontano nella storia dell’uomo per scoprire una realtà ben diversa.

Durante il XVIII secolo infatti in Italia il gioco non era legale e le varie giurisdizioni dovevano confrontarsi con una forte passione degli italiani per questo tipo di divertimento che portava alla nascita di strutture clandestine.

Nel Sud in particolare, la situazione era molto critica. Al governo di quello che allora era il Regno delle Due Sicilie vi era la famiglia dei Borbone, che portò ricchezza, cultura e arte in tutta la regione. Fu durante il loro regno infatti che il Meridione vide l’introduzione di nuove tecnologie e la creazione di un inestimabile patrimonio artistico-culturale che oggi viene ammirato in tutto il mondo.

Comunque, per risolvere il problema del gioco del lotto (allora considerato gioco d’azzardo), Carlo III durante il primo anno di insediamento a Napoli decise di renderlo legale. Questa azione non solo avrebbe debellato attività clandestine, ma avrebbe portato anche i vari introiti sotto il controllo pubblico. Tuttavia, la legalizzazione non fu ben vista dalla Chiesa, ma di fatto diede vita a quella che oggi tutti conosciamo come la Tombola.

Ma come nacque questo gioco così amato dalle famiglie durante le festività natalizie? Ebbene, secondo i vari esponenti della Chiesta tra cui padre Gregorio Maria Rocco, legalizzare il gioco d’azzardo avrebbe portato gli infedeli ad allontanarsi dai doveri religiosi e ad abbracciare uno stile di vita più immorale.

Dalla diatriba se ne uscì con un compromesso: il re avrebbe legalizzato sì il gioco del Lotto ma sarebbe stato vietato durante le festività natalizie. Durante queste ultime così, ne nacque una versione più “casalinga”, la Tombola appunto, costatando come in effetti la passione per il gioco anche in quel tempo fosse davvero molto forte.

Oggi sembra che la linea del governo tenda più verso il pensiero di Padre Rocco, con restrizioni e provvedimenti per limitare la diffusione del gioco d’azzardo e il rischio di ludopatia.

Ecco quindi il Decreto Dignità che scoraggia le persone a dedicarsi a questo tipo di attività, approvando misure quali il distanziamento delle sale da gioco da scuole, banche, chiese, centri di aggregazione ecc. o il divieto di pubblicizzare siti e app di gioco e scommesse con ogni mezzo di comunicazione, sia online che offline.

La questione è alquanto controversa poiché se da una parte bisogna prevenire il rischio di ludopatia, dall’altra è anche vero che il pericolo di imbattersi in alternative illegali, sia in rete che nella realtà di tutti i giorni, tende ad aumentare proporzionalmente alle restrizioni imposte. Il settore del gioco inoltre è una delle industrie più fiorenti al mondo e solo in Italia muove una cifra che arrivano a 10 miliardi di euro, oltre a dare lavoro a moltissime persone.

Ovviamente non bisogna ignorare la ludopatia, che è un problema serio e reale, ma cercare una soluzione che sia una sorta di compromesso come quello stipulato tra Carlo III e Padre Rocco. Nel Regno Unito ad esempio la responsabilità sociale è stata portata anche all’interno del gioco d’azzardo: un quarto delle entrate derivanti da questo settore infatti viene ogni anno destinata a progetti orientati all’ambiente, alla salute, alle attività sportive, all’istruzione, al patrimonio culturale. Una soluzione che tra le altre cose era stata pensata anche anticamente e non solo da Carlo III.

Prima dell’unificazione dell’Italia infatti, gli Stati utilizzavano le entrate del gioco nelle casse pubbliche per migliorare il territorio, sia a livello di infrastrutture che a livello socioculturale.

Nello specifico nel Regno delle Due Sicilie, nel 1734 venne legalizzato di fatto solamente il Lotto: molti altri giochi non furono regolamentati e dunque considerati illegali. Per scoraggiare la diffusione del gioco clandestino furono introdotte delle pene severe che potevano andare dalla sanzione dai 100 ai 500 ducati fino alla reclusione.

Tali pene furono poi ulteriormente inasprite, introducendo confische e coinvolgendo anche coloro i quali concedevano un locale dove si sarebbero svolte attività di gioco illecite, colpevoli di averle favorite.

In questo modo i Borbone posero un freno molto pesante alla diffusione del gioco d’azzardo illegale e della dipendenza da quest’ultimo, portando beneficio ai sudditi.

Non è un caso infatti che a quel tempo questa famiglia rese il Meridione una grande regione, grazie a innovazioni e migliorie per la gestione dello Stato, lo sviluppo culturale, il benessere sociale e i trasporti.

Quello dei Borbone infatti fu un governo da record, avendo ottenuto ben 54 primati, tra cui la prima cattedra di Economia al mondo, il primo Atlante Marittimo del mondo, la prima nave a vapore nel Mediterraneo, la prima ferrovia italiana, e il primo intervento in Italia di profilassi antitubercolare.

Non si deve inoltre immaginare il Meridione come una regione povera: nel 1860 infatti fu attribuito al Regno delle Due Sicilie il primato per essere il primo Stato per quantità di lire e oro conservata nei banchi nazionali. Si stimavano infatti ben 443 milioni, una cifra enorme considerando che il totale da tutti gli Stati italiani ammontava a 668.

Insomma, a volte bisognerebbe guardare al passato per accorgersi che nel tempo – anche se in forma diversa – alcuni problemi continuano a manifestarsi e a volte la soluzione basta ritrovarla tra le pagine dei libri di storia e riadattarla al meglio ai tempi attuali.

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