Luciano Spalletti presenta Inter-Napoli in conferenza stampa. Il tecnico ha parlato anche della positività al Covid di Politano.
SPALLETTI SU INTER-NAPOLI
Luciano Spalletti parla in conferenza stampa alla vigilia di Inter-Napoli:
Com’è il clima dopo la positività di Politano? C’è apprensione? ”
“Fa parte delle difficoltà della stagione, vi siete dimenticati che nelle prime due giornate abbiamo giocato con 2 centrocampisti, Demme fuori, Zielinski fuori dopo 20 minuti, non c’era Anguissa e si giocava con chi c’era e si è fatto ciò che si è fatto ugualmente. Che si fa, si lascia il dubbio per una mancanza o di fare una partita al di sotto di quello che possiamo fare?”
Che partita si aspetta? L’Inter è indietro ma resta una candidata, sarà una gara aperta? “
“Sì, verrà fuori una gara così, tutte e 2 le squadre vogliono i punti, cercheranno la vittoria, poi loro hanno una conformazione tattica geometrica diversa dalla nostra e dovremo coprire quegli spazi in fase di possesso, sono bravi con i due a tutta fascia a portare lì il discorso e noi dovremo fare lo stesso quando avremo palla. L’Inter è fortissima, lo sta facendo vedere anche in questo campionato”.
Per Inzaghi non è decisiva, ma importantissima.
“E’ importante per tutti, non definitiva fino a quando non c’è matematica in questo campionato perché le squadre sono forti, ci sono difficoltà momentanee che possono arrivarti da tutte le parti”.
Si aspettava di affrontare l’Inter da capolista? E’ una rivincita?
“Io non ho rivincite, è un passaggio importante per un’altra piccola felicità, per tutte le persone che ci seguono perché noi siamo un po’ a posto se si fa questo lavoro a 62 anni. La dignità è battersi per chi ti vuole bene, non per essere famoso. Abbiamo una città dietro che freme, mi ha detto Santoro che alla partenza ci saranno 1000 persone per salutarci, si sente che la vivono così anche se rimangono a casa, ma organizzano da giorni per essere tutti insieme, è una roba che ci deve per forza far riflettere sul nostro comportamento, chi non la sa riconoscere è segno che non sarà mai fiero”.
Fischi a San siro
“Per me San Siro può fischiare, ho preso insulti da tante parti ma io valuto il mio di lavoro. Quando vado via guardo se ho lasciato i conti migliori e se ho fatto qualche risultato, poi ognuno può dare il taglio che vuole in base alle amicizie che si hanno. All’Inter ho finito con la difficoltà della gestione di quel momento, di quel quarto posto non ho dato colpe, sono tornato a casa. Però le valutazioni vanno fatte, sono legate in base alle possibilità: se uno può spendere 240 milioni di stipendi, non è uguale a 100. Vivo intensamente tutto, sono curioso anche io di vedere che reazione avrò. Per me il passato non è mai passato perché vivo tutto con sentimento e seriamente. Ringrazio i tifosi a prescindere dal trattamento che mi riserveranno”