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Insigne e il Napoli, all’orizzonte si aprono nuovi scenari

La distanza tra Insigne e la sua gente aumenta. Diminuisce la centralità all’interno della squadra. All’orizzonte si aprono nuovi scenari.

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È difficile nel giro di qualche mese passare dalla lista degli intoccabili alla lista dei sopportati o addirittura degli insopportabili, eppure nel calcio è successo tante di quelle volte e nessuno potrà stupirsi se Lorenzo Insigne (capitano del Napoli) indosserà un’altra maglia.

Insigne , scrive il corriere dello sport, ha bisogno di una squadra che giochi per lui, non è lui che gioca per la squadra anche se poi nel contesto giusto diventa determinante e, in certi casi, insostituibile. Ma non con Ancelotti, che non interpreta il calcio come Sarri.

Carlo è cresciuto alla scuola di Sacchi, è meno integralista ma pone comunque delle regole tattiche che in pochi mesi hanno penalizzato Insigne.

INSIGNE E IL GIOCO DI ANCELOTTI

Con Ancelotti libera meno il suo istinto. Se i numeri hanno un’anima, le statistiche riescono a radiografarla: il migliore Lorenzo Insigne del suo settennato napoletano è quello che, nella seconda stagione di Maurizio Sarri, mise assieme venti gol e dodici assist, entrando nel Napoli con una autorevolezza tecnica e una personalità abbagliante.

Calcio in codice, 4-3-3, quello che gli appartiene, che ha studiato a scuola da Zdenek Zeman, che poi ha interpretato in inevitabili varianti che appartengono al percorso di qualsiasi altro allenatore. Il Napoli è uscito dal tridente dalla gara di andata con la Fiorentina e il primo Insigne, quello al quale Ancelotti ha chiesto di muoversi da «sotto punta»  ha iniziato bene salvo essere fagocitato da un modulo che non appartiene al DNA del Napoli.

INSIGNE E I TIFOSI DEL NAPOLI

Profeta in patria e capro espiatorio dei tifosi azzurri. Si chiama pregiudizio, del San Paolo nei confronti di Lorenzo Insigne e la statistica abbonda in materia.

Il capro espiatorio in qualsiasi crisetta d’identità, il “colpevole” a prescindere: e fa niente se la seconda Coppa Italia sia nata con quel tiro a giro che poi, ogni volta che finisce oltre la traversa, scatena uno stadio incapace di frenarsi.

E si potrà discutere sulla personalità per riuscire a resistere a questo stress eterno da competizione o anche agli atteggiamenti d’insofferenza: perché le fasce da capitano a volte pesano.

INSIGNE E RAIOLA

Con Raiola ipotesi fondata di un addio.  Mino Raiola è per Insigne «uno dei più forti manager al mondo» e il suo arrivo ha immediatamente indotto a sospettare che si fosse in prossimità di una nuova epoca, quella del “divorzio” in prospettiva.



Insigne è stato allevato dalla Doa (Della Monica, Ottaiano e Andreotti) attraverso una dinamica più familiare, si conoscevano praticamente dalla culla, intorno allo scugnizzo venne costruita una protezione diplomatica anche per la famiglia.

La nuova dimensione ha eliminato gli argini, probabilmente, o forse semplicemente sta accadendo ciò che deve accadere…