HA VINTO LA NOSTALGIA: torna il bomber bianconero in panchina | Sarà lui il nuovo allenatore della Juventus
Alessandro Del Piero
Una scelta un po’ a sorpresa, che arriva dopo l’esonero di Tudor. La Juventus vuole cambiare strategia in panchina.
La Juventus ha ufficializzato l’esonero di Igor Tudor dopo la sconfitta con la Lazio, culmine di una crisi che ha portato i bianconeri a otto partite consecutive senza vittorie. Il tecnico croato paga un crollo iniziato subito dopo l’illusorio successo nel derby d’Italia contro l’Inter, ultima vittoria risalente a metà settembre. Da allora, la squadra è precipitata in una spirale negativa di prestazioni deludenti e gioco confuso, peggiorando persino i numeri del 2009 sotto Ranieri.
Dietro la decisione, però, ci sono anche ragioni interne. Tudor non era una scelta di Comolli, che lo aveva “ereditato” al suo arrivo in società. Il dirigente francese, dopo i contatti falliti con Conte e Gasperini, aveva accettato di proseguire con Tudor più per necessità che per convinzione, anche in nome della stabilità auspicata dalla proprietà. Ma il rapporto tra i due non è mai decollato: già durante il Mondiale per club erano emerse divergenze sul mercato e sulla gestione tecnica.
Con l’inizio della crisi, Comolli e Chiellini hanno provato a supportare l’allenatore, ma senza risultati. Le otto partite senza successi, le quattro gare senza reti e le tre sconfitte di fila hanno certificato la totale confusione tattica della squadra. La sconfitta contro la Lazio ha solo accelerato una decisione che sembrava ormai inevitabile.
A pesare in modo decisivo anche la comunicazione di Tudor. Le sue uscite pubbliche – dalle accuse agli arbitri dopo Verona alle critiche sul mercato prima di Como – hanno incrinato definitivamente i rapporti interni. Dichiarazioni percepite come provocatorie che hanno irritato la dirigenza e accelerato la rottura, trasformando un addio annunciato in un epilogo immediato.
Palladino, il ritorno di un ex bianconero
Archiviato l’esonero di Igor Tudor, la Juventus guarda avanti alla ricerca di un nuovo allenatore. Nell’attesa, contro l’Udinese sarà in panchina Massimo Brambilla, tecnico della Next Gen, ma l’obiettivo è avere il nuovo mister pronto per la trasferta del 1° novembre a Cremona. Tra i nomi sul tavolo restano tre candidati: Spalletti, Mancini e Raffaele Palladino. E proprio l’ex giocatore bianconero, nonostante sia il profilo più giovane, rappresenta una soluzione intrigante per la dirigenza.
Un progetto giovane e sostenibile
Palladino conosce l’ambiente Juve e ha già dimostrato, tra Monza e Fiorentina, di saper dare identità e coraggio alle sue squadre. Il suo calcio moderno, basato su compattezza e pressing organizzato, potrebbe ridare ritmo e fiducia a un gruppo reduce da settimane di confusione.
Inoltre, la sua predilezione per la difesa a tre garantirebbe continuità tattica rispetto al recente passato, mentre un modulo a due punte consentirebbe di valorizzare al meglio l’attacco bianconero.

Il profilo giusto per ripartire
Dal punto di vista economico, Palladino rappresenterebbe anche una scelta sostenibile, con uno stipendio inferiore rispetto ai grandi nomi sul mercato. Giovane, motivato e con un passato da juventino, incarna l’idea di un progetto di crescita graduale, senza rivoluzioni ma con una chiara direzione tecnica.
In un momento di instabilità, la sua figura potrebbe garantire freschezza, equilibrio e senso di appartenenza: tre qualità che oggi la Juventus sembra cercare più di ogni altra cosa.
