La Galleria Umberto I è una delle gallerie più famose ed importanti d’Italia, insieme alla Galleria Vittorio Emanuele II di Milano. Durante il XVI secolo, il quartiere di Santa Brigida era una zona depressa, con una cattiva fama. I bordelli e le risse erano all’ordine del giorno e gli edifici erano in pessime condizioni.
Con l’approvazione della legge per il risanamento della città, vennero presentati diversi progetti tra i quali la costruzione di una grande galleria a quattro braccia e una cupola: una zona ideale per passeggiare senza paura, dove gli hotel e i negozi avrebbero potuto godere di una meritata tranquillità. Quando venne eretta, la Galleria Umberto I fu un’autentica rivoluzione e divenne un lussuoso spazio di moda ed eleganza.
Ammirando la maestosità della Galleria Umberto I di Napoli riesce difficile credere che sia stata edificata in soli 3 anni. Iniziata nel 1887 e terminata nel 1890, venne costruita negli stessi anni in cui, a Parigi, Gustave Eiffel realizzava la sua famosa Torre Eiffel. La Galleria Umberto I di Napoli non aveva nulla da invidiare al monumento con cui rivaleggiava per bellezza e complessità della struttura. I numeri di questa costruzione facevano girare la testa: lunghezza massima 147 metri, larghezza 15, altezza 34 e mezzo, il vertice della cupola a 57 metri. In poco tempo la Galleria divenne il centro “mondano” di Napoli, anche grazie alla vicinanza ai luoghi più importanti della città.
Con il passare degli anni e dei politici la Galleria di Milano acquistava sempre più valore e considerazione mentre quella, più bella, di Napoli è stata quasi abbandonata ed oggi cade in rovina. Il giornalista e scrittore Angelo Forgione, ha pubblicato un commento sull’ultimo sfregio subito dalla Galleria Umberto I di Napoli:
L’ULTIMO SFREGIO ALLA GALLERIA UMBERTO I, SIMBOLO DI UN FALLIMENTO.
“È solo l’ennesima coltellata inferta alla Galleria Umberto I di Napoli. Tavole in compensato al posto del cristallo opaco nei tondi della pavimentazione marmorea che fanno da lucernari per i sottostanti corridoi. I vandali distruggono indisturbati. Il Comune di Napoli, che non ha soldi per garantire al salotto maltrattato della città una necessaria vigilanza, ci mette anni per “rimediare” in una maniera talmente indecente e inaccettabile. E la Sovrintendenza cosa fa? Sta a guardare? Chi ha autorizzato questo scempio?
Il 5 luglio prossimo saranno trascorsi ben sette anni dalla tragedia che ha travolto Salvatore Giordano, il quattordicenne napoletano colpito da un grosso frammento staccatosi dal frontone della monumentale Galleria, sul lato di via Toledo. Da allora, quell’ingresso resta indegnamente ingabbiato da impalcature senza operai, mostrando il peggior volto dell’immobile e incurante amministrazione napoletana. I lavori, lì, non sono mai davvero partiti per un contenzioso tra Comune e condomini”.
ENNESIMA COLTELLATA A NAPOLI
Forgione ha poi aggiunto: “Nel frattempo altri pezzi si sono staccati, fortunatamente senza conseguenze solo perché rimasti “intrappolati” nell’eterna lamiera arrugginita, che funge di fatto da protezione per evitare nuovi problemi. Sette anni! E ora anche il compensato sul degradato pavimento in marmo. È solo l’ultima coltellata ma non l’ultima certamente che sarà data a una Galleria sciatta, sporca, degradata, rovinata, disastrata, stuprata. Una Galleria con un regolamento cervellotico cui nessuno mette mano per eliminare le tante competenze (i quattro condomini e il Comune, che non ha soldi per anticipare i lavori in danno che dovrebbe imporre ai privati). Una Galleria che è il vero emblema del fallimento dall’amministrazione degli ultimi dieci anni, anche più della precedente. Fui tra quelli che si batterono con successo nel 2010, durante l’ultima amministrazione Iervolino, per l’istituzione di una sorveglianza, che nel 2012 De Magistris rimosse”.
LA GALLERIA UMBERTO I SIMBOLO DI UNA CITTÀ ABBANDONATA
“Le difficoltà economiche sono evidenti e comprensibili, ma far demagogia autocelebrativa in epoca pre-Covid con la crescita turistica, ma in realtà in Italia garantita dal mutamento dei flussi internazionali dettati dal terrorismo e a Napoli dall’ottimo lavoro della Gesac di Capodichino, è servito solo a nascondere le vergogne evidenti. Esaltare i 2 milioni di turisti annui, contro i 9 della Milano della salottiera e impeccabile Galleria Vittorio Emanuele II, e poi presentargli la città in certe condizioni è stato delittuoso. Il Covid ha cancellato il turismo e ha mostrato il vero volto della città abbandonata al destino che verrà, dalla Galleria Umberto I al tunnel della Vittoria, dal declino di Posillipo al degrado di ogni quartiere. Lungo da snocciolare sarebbe l’elenco dell’infinita deriva. Basta farsi un giro proprio in Galleria Umberto I per provare quell’immensa vergogna che i responsabili dell’indecenza non provano”.