De Laurentiis: «Conte diverso da Benitez, ma Maradona resta unico. Il calcio va rifondato»

De Laurentiis: «Conte diverso da Benitez, ma Maradona resta unico. Il calcio va rifondato»

Aurelio De Laurentiis torna a parlare a tutto campo. Il presidente del Napoli, intervenuto ai microfoni di Radio CRC, ha spaziato dai successi sportivi alle criticità strutturali del calcio moderno, passando per Maradona, i tifosi e il futuro del sistema.

Il patron azzurro ha innanzitutto messo a confronto i trofei vinti nelle diverse ere:
«I due trofei con Conte sono diversi rispetto a quelli conquistati con Benitez. Ma Maradona non si può eguagliare: aveva uno spirito da vero scugnizzo partenopeo. Nessuno sarà mai come lui». Un legame, quello con Diego, che per De Laurentiis andò anche oltre il campo: «Con Maradona abbiamo lavorato persino a un film».

Il presidente ha poi ricordato come il suo amore per il Napoli sia nato da bambino, citando il celebre “ciuccio” di Jacovitti, e ha lanciato un’idea suggestiva: «Mi piacerebbe organizzare una serata ispirata al Mercante in Fiera, mettendo insieme i protagonisti di oggi e quelli storici, con un primo premio destinato in beneficenza».

«Si gioca troppo, il sistema è medievale»

Il passaggio più duro riguarda però la gestione istituzionale del calcio:
«Chi governa questo mondo è troppo legato alla poltrona. Si aggiunge sempre, non si toglie mai nulla. Così si distrugge il gioco». De Laurentiis punta il dito contro il calendario congestionato e l’aumento degli infortuni: «È come una cena con troppi piatti: rischi di mandare via gli ospiti con gli incubi».

Secondo il numero uno del Napoli, servirebbe un cambio radicale anche nel rapporto di lavoro dei calciatori: «Ormai sono delle aziende. Andrebbero considerati liberi professionisti, per ridurre stress e vincoli. E bisogna regolamentare il potere degli agenti».

Il tema delle nazionali è un altro nervo scoperto: «I nostri giocatori, pagati dai club, vengono mandati in nazionale con una leggerezza incredibile. Dovrebbe essere il club a decidere se un calciatore può andare o meno».

«Il calcio vive dei tifosi, ma il governo non aiuta»

De Laurentiis chiama in causa anche la politica: «Il calcio vive grazie ai tifosi, ma il governo da trent’anni mette solo ostacoli. Se il sistema non funziona, bisogna trovare soluzioni vere: magari abolire la legge Melandri e garantire piena libertà d’impresa».

Il presidente cita modelli esteri: «In America l’NBA si è fermata sei mesi ed è ripartita alla grande. Il calcio inglese, invece, non è così florido come sembra. Evidentemente qualcosa non funziona anche lì».

Le emozioni più forti da presidente

Infine, De Laurentiis si lascia andare ai ricordi:
«La promozione dalla B alla A è stata un momento che ti segna per sempre. Ma la soddisfazione più grande è vedere i tifosi felici, orgogliosi, con quel senso di rivincita. È un’emozione che nessun altro trofeo può darti».

E sullo scudetto conclude: «Sono emozioni diverse. Anche la festa dell’ultimo tricolore è stata bellissima».