De Giovanni e il Napoli dei “Bastardi”: «Conte è Ricciardi, io spero solo di sopravvivere a venerdì»

NAPLES, CAMPANIA, ITALY - 2018/06/21: Italian writer Maurizio De Giovanni, posing - in the background the Vesuvius and sea. (Photo by Salvatore Laporta/KONTROLAB /LightRocket via Getty Images)
Nel cuore di Castel Volturno, dove si scrive ogni giorno l’ultima pagina del campionato del Napoli, Fabio Mandarini del Corriere dello Sport raccoglie il racconto e le emozioni di Maurizio De Giovanni. Lo scrittore, creatore dei “Bastardi di Pizzofalcone” e della saga del commissario Ricciardi, parla con passione e apprensione della sua squadra del cuore. Ma stavolta, con un soprannome evocativo e affettuoso, li chiama proprio così: «Quei Bastardi di Castel Volturno».
«Conte? Un commissario, ma non dei miei»
«No, lui non c’entra», precisa subito De Giovanni. «Conte è qualcosa che va oltre. Un commissario sì, ma di quelli da Mission Impossible». L’allenatore azzurro, nella visione dello scrittore, ha un profilo cinematografico: «È un Tom Cruise con la tuta. Se c’è da buttarsi giù da un aereo o saltare dal settimo piano, lo fa. È l’uomo più focalizzato che abbia mai visto: ogni parola detta o non detta ha un solo obiettivo, la vittoria».
Una partita da cardiopalma, un finale da romanzo
Il Napoli si gioca tutto contro il Cagliari venerdì. La tensione è altissima. De Giovanni, con l’ironia che lo contraddistingue, confessa: «Spero arrivi il lieto fine. Per una volta voglio essere egoista: da cardiopatico non potrei reggere una giornata come l’ultima. Ma da tifoso… la rivivrei ogni settimana». Eppure, non pronuncia mai la parola scudetto. Preferisce lasciare spazio alla narrazione, all’imponderabile evocato anche da Conte. «Nemmeno lo Stephen King più visionario avrebbe scritto una storia simile: il rigore tolto al Napoli, il gol annullato all’Inter… cose da epilogo surreale».
Il gruppo? «Sono Bastardi veri»
Alla domanda se questo Napoli sia una squadra da romanzo, De Giovanni non ha dubbi: «Altroché. Non si può fare un paragone con l’Inter, ma questi ragazzi sono come i Bastardi di Pizzofalcone: segnati, provati, ma uniti. Senza Kim, Osimhen, Kvara, Mario Rui e Zielinski, siamo una squadra molto più debole del 2023. Eppure, si sono detti: non siamo quelli dell’anno scorso, siamo questi. È un gruppo che moltiplica, non somma. Questo è il calcio vero, quello di squadra».
Casa De Giovanni e la partita vissuta in apnea
Durante la folle domenica tra Parma e Milano, l’organizzazione domestica era da romanzo: «Io fisso su Parma-Napoli, mio figlio collegato anche con San Siro. Un incubo e una magia insieme». E ora? «Chi pensa che col Cagliari sia facile è folle. Hanno motivazioni enormi, e l’assenza di Lobotka pesa. Il Maradona dovrà fare la differenza: cinquantamilaundici contro undici», dice con un sorriso. Ma confessa anche la sua paura: «Il Napoli non riesce più a imporsi come dovrebbe, e i cambi sono pochi. Ma è arrivato qui con merito. Rifiuto l’idea che l’Inter l’abbia buttato via».
Venerdì allo stadio? «Non so se reggerei»
Alla domanda finale, se sarà presente al Maradona per l’ultima sfida, De Giovanni risponde sincero: «Dubito. Ho impegni a Roma, ma forse è meglio così. Vivo le partite troppo intensamente, come si dice a Napoli: schiatto in corpo. Devo capire se ce la faccio». In ogni caso, il suo cuore sarà lì. Con Conte, con i suoi Bastardi, e con la città che aspetta l’ultimo verdetto. Il finale è ancora da scrivere.