Calcio Napoli

Coppa Italia, la moviola inchioda Giacomelli. Prova tv per Donnarumma?

La moviola inchioda Giacomelli, cartellini gialli a vanvera. Silenzio sui cori contro Napoli. Possibile prova tv per il portiere del Milan Gigio Donnarumma.

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MILANO. Giacomelli di Trieste era l’osservato speciale del quarto di finale di Coppa Italia. dopo aver deluso al VAR, l’arbitro presenta ancora una volta una prova mediocre. Sbagliata la distribuzione dei cartellini e il mancato intervento sulle parole di Donnarumma con l’assistente di gara.

LA MOVIOLA INCHIODA GIACOMELLI

Si tiene ai margini della partita, scrive il Corriere dello Sport, Giacomelli, anche perché la sfida del Meazza glielo consente. Non difficile come gara (VAR praticamente inoperoso), eppure parte qualche fischio (e qualche cartellino) a vanvera, in perfetto stile del direttore di gara di Trieste.
Regolari le due reti di Piatek, mai in offside: c’è Maksimovic che lo tiene sempre in gioco.

CARTELLINI GIALLI

Il primo giallo della partita (Malcuit) è difficile da decifrare, non c’è ripartenza (ci sono anche due difensori azzurri davanti al rossonero), l’intervento è spalla contro spalla (e neanche tanto ruvido).
Ne mancano, invece, due limpidissimi: Zielinski (abbastanza duro) su Kessie e soprattutto Castilleo che mette due mani addosso a Meret per ritardarne la ripresa del gioco.

CORI CONTRO I NAPOLETANI

A tre giorni di distanza dalla sfida di campionato ancora cori contro Napoli e i napoletani a San Siro, partiti dalla Curva Sud rossonera. Prima ‘Noi non siamo napoletani’, poi quello l’altro solito becero coro che viene spesso cantato quando gioca la squadra partenopea, lo stesso urlato sabato sera dagli ultrà del Milan e definito “insultante di matrice territoriale” dal giudice sportivo che  ha punito il club con un’ammenda di 15 mila euro. Giacomelli e gli assistenti come la solito non hanno sentito.

PROVA TV PER DONNARUMMA?

Ad inizio ripresa, un piccolo giallo: le telecamere della Rai inquadrano Donnarumma che protesta (lo fa sempre, mai neanche un’ammonizione) con l’assistente numero uno, Costanzo. Il labiale lascia qualche dubbio che possa aver unito alla parola «sveglia» anche un’imprecazione blasfema. Non chiarissimo, però. Bisognerà vedere cosa ne penserà il Procuratore federale.

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