Calcio Napoli

Cesari: “Rosso Osimhen, il ricorso Napoli verrà accolto. Manca un rigore agli azzurri. Caldara andava espulso”

Per l'ex arbitro Graziano Cesari il ricorso del Napoli sulla squalifica di Osimhen verrà accolto. Il precedente Morata fa ben sperare.

Secondo Graziano Cesari, ex arbitro di Serie A, oggi moviolista ed opinionista sportivo, il ricorso del napoli sulla squalifica di Osimhen verrà accolto. Cesari, ai microfoni di Radio Marte ha parlato anche della direzione di gara dell’arbitro Aureliano.

“Osimhen rischia due giornate di squalifica? Il labiale di Aureliano a Lorenzo Insigne è stato chiaro: per lui, Osimhen ha dato uno schiaffo al giocatore del Venezia. In questi casi, il rischio è di due o tre giornate. Tuttavia, ci sono precedenti di ricorsi vinti, come quello di Alvaro Morata della Juventus. Dovrebbero scattare due giornate di default, poi si dovrebbe andare al ricorso, nella speranza di vincerlo. Ci sta, è già capitato. Esiste una casistica di tal tipo e c’è da dire che il calciatore del Venezia non ha riportato danni seri, ha continuato tranquillamente a giocare.

Una giornata, Osimhen la salterà per forza di cose, ma resta da capire se sarà la sola. A mio modo di vedere, il ricorso del Napoli verrà accolto, perché non possiamo dimenticare i precedenti. A Caldara manca anche un giallo per il secondo rigore dato al Napoli? Esatto, meritava il rosso per somma di ammonizioni. Non so perché non l’abbia ricevuto. E’ stato un errore, forse una dimenticanza”.

Graziano Cesari, su quanto successo tra Napoli e Venezia. ha nel corso del suo intervento ha poi aggiunto: “C’era un rigore nettissimo per gli azzurri ad inizio gara, con Mattia Caldara che colpisce Victor Osimhen sul piede: se il nigeriano cade, c’è un motivo. Era fallo, non capisco perché il VAR non sia intervenuto. Come giudico il rosso ad Osimhen? C’è poco da dire: ha colpito l’avversario, la decisione dell’arbitro Aureliano è aderente al regolamento. Un po’ di sana prevenzione, però, si può fare. Sui calci d’angolo, in passato, si interrompeva il gioco per placare gli animi; ora, invece, non lo fanno più”.

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