Il lotto Il gioco delle zitelle. Furono i Borbone a riformare il gioco del lotto, facendolo confluire sotto il controllo dello Stato e riorganizzandolo.
Di: Francesco Pollasto
Carlo di Borbone fece diventare il lotto Il gioco delle zitelle
A Napoli il lotto era comparso per la prima volta nel 1682 e fino al 1735 era stato gestito da società private.
Carlo di Borbone, appena un anno dopo la sua venuta a Napoli, lo fece diventare gioco a gestione diretta del governo, ne aumentò progressivamente le es trazioni e, soprattutto, dispose che ad ognuno dei novanta numeri messi nell’urna fossero associati i nomi di novanta “donzelle” povere del Regno.
Il lotto Il gioco delle zitelle
Le cinque “donzelle” abbinate ai numeri estratti ricevevano 25 ducati ciascuna, una somma allora più che suff iciente a formare la dote necessaria per maritarsi. Per questo motivo il lotto era chiamato chiamato beneficiata o anche “gioco delle zitelle” o “delle donzelle”.
Un’altra consuetudine dai connotati etici, introdotta dai Borbone, fu quella di non permettere le puntate su quaterna e quintina, in modo da determinare una maggiore e più equa distribuzione di vincite: non vi erano nel lotto “grandi vincitori” ma piuttosto una pletora di medie, piccole o piccolissime vincite spalmate sull’intera città.
La gente poteva puntare sull’Estratto (un solo numero), sull’Estratto determinato (un numero di cui si indichi la posizione, nella sequenza dell’estrazione), sull’Ambo e sul Terno. Inoltre, le stesse estrazioni non erano così frequenti come lo sono oggi.
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IL LOTTO DELLE ZITELLE SECONDO LA STUDIOSA ENZA DE VITA
Il “LOTTO DELLA ZITELLA” era nato per volontà dei gestori delle scommesse, ed era teso a migliorare la sorte di ragazze povere e nubili, attraverso la donazione dei proventi della lotteria sotto forma di dote per il matrimonio, dote, che trasformava la donna in un buon partito.
Poiché senza la dote, c’erano davvero poche possibilità che essa riuscisse a sposarsi, sia lo Stato, che la Chiesa, si impegnarono a favorire la costituzione dotale.
Il numero delle fanciulle bisognose di dote era elevato, ed imponeva la necessità di ricorrere all’estrazione a sorte.
Già prima del 1682, anno in cui venne istituito il Lotto a Napoli, erano in vigore i “MARITAGGI”.
Quando nel 1737 il lotto passò al demanio, il Re Carlo III, permise ad alcuni Conservatori e Ritiri, paragonabili agli attuali orfanotrofi, di indicare i nomi delle orfane ospitate presso gli stessi, i quali venivano scelti direttamente dal Direttore del Ritiro.
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Fonti: Mauro Finocchito, rivista l’alfiere, Paolo Macry: Giocare la vita. Storia del lotto a Napoli tra Sette e Ottocento