Le Interviste

Bianchi svela: “Conte al Napoli? Non basta. Vi spiego perché e cosa serve per vincere”

Ottavio Bianchi parla del Napoli, di Conte e rivela segreti su Maradona. L’ex allenatore dello scudetto azzurro spiega cosa serve per vincere.

Nel giorno della presentazione di Antonio Conte come nuovo allenatore del Napoli, le parole di Ottavio Bianchi, l’uomo del primo scudetto azzurro, assumono un significato particolare. In un’intervista esclusiva, Bianchi ha toccato temi cruciali per il futuro del club partenopeo.

Il flop del Napoli post-scudetto: l’analisi di Bianchi

Bianchi analizza la deludente stagione degli azzurri: “Una campionato così penso che nessuno se l’aspettasse. Un calo di tensione, un calo fisiologico è quasi normale per le squadre non abituate a vincere. Difficilmente si ripetono subito dopo.”

L’ex allenatore ricorda casi simili: “Se va indietro con gli anni si ricorderà che Cagliari, la Lazio, il Verona, la Sampdoria e il Torino, che non solo non hanno fatto un buon campionato ma negli anni successivi sono addirittura retrocesse.”

Conte al Napoli: il monito di Bianchi

Sulla scelta di Conte, Bianchi avverte: “Bisogna capire in che modo organizzeranno il lavoro a partire dalla società e vedere i giocatori che gli metteranno a disposizione. Anche in questo caso la sopravvalutazione dell’allenatore è abbastanza evidente.”

Aggiunge poi: “Se tu non hai un’organizzazione societaria, se non hai un parco giocatori di grande livello, cosa vuoi fare? Puoi essere l’allenatore più bravo del mondo, ma diventa tutto più difficile.”

L’importanza dell’allenatore secondo Bianchi

Bianchi ridimensiona il ruolo dell’allenatore: “A Coverciano dicevano che contavano il 10%.” E spiega: “L’allenatore è come un pilota di Formula 1. Il pilota di Formula 1 può essere bravo, può essere Schumacher, Hamilton, ma se non gli dai una macchina con un motore non valido e con un telaio non buono, fa un giro ed è finita.”

Il calcio moderno: cosa è cambiato secondo Bianchi

Bianchi evidenzia le trasformazioni nel calcio: “Il calcio è in piena evoluzione, così come la vita sociale. Quando lei pensa che cos’era la medicina sportiva prima, non c’era niente. Ti facevi male e dovevi sperare che non fosse qualcosa di grave, altrimenti avevi compromesso tutto.”

Sui cambiamenti tattici, aggiunge: “Prima si giocava con il libero, che voleva dire allungare il campo in maniera piuttosto evidente. […] Oggi il campo è più piccolo perché le squadre giocano in 20 metri. Questa è la più grande differenza.”

Bianchi su Maradona: la verità sugli allenamenti

Sul Pibe de Oro, Bianchi rivela: “Era fenomenale ed era un ragazzo squisito. Dell’aspetto tecnico ci sono cose che abbiamo visto in pochi, perché non c’erano le camere al campo come oggi ma faceva cose straordinarie tutti i giorni.”

E sfata un mito: “Poi c’è questa sciocchezza che gira da tempo sul fatto che non si allenava mai. Nulla di più falso. I fenomeni fanno pratica ore e ore, si allenano.”

Il legame con Napoli

Bianchi conclude ricordando il suo rapporto con la città: “Io sono molto legato, ma non per i successi sportivi che sono evidenti, ma proprio per i rapporti umani che si sono creati. Sono stato lì da calciatore, da giocatore, da dirigente.”

Tifosi del Napoli, cosa ne pensate delle parole di Bianchi? Credete che Conte possa essere la soluzione per riportare gli azzurri in alto nonostante i moniti dell’ex allenatore? Commentate sul forum di napolipiu.com e diteci la vostra!

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