San Paolo, l’ultimo scontro Aurelio De Laurentiis rifiuta l’offerta del Comune sui tabelloni a bordo campo.
NAPOLI – L’ultimo scontro sullo stadio San Paolo si è consumato sugli spazi pubblicitari. Il quotidiano la Repubblica rivela alcuni interessanti retroscena sulla diatriba Calcio Napoli-Comune. Ecco quanto evidenziato:
DE LAURENTIIS E I TABELLONI A BORDO CAMPO
Perché il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis non ha firmato la convenzione sullo stadio San Paolo? Prima ancora dei lavori per le Universiadi indigesti al patron, la classica goccia che fa fatto traboccare il vaso sono stati i tabelloni a bordo campo che il Comune intende offrire solo a certe condizioni. Era tutto pronto per un accordo che manca da tre anni. Da allora De Laurentiis non paga lo stadio perché rivendica una serie di lavori fatti sull’impianto che il Comune non gli ha mai rimborsato. Al patron spettano 2,4 milioni, secondo una transazione pronta a piazza Municipio. Intanto avrebbe dovuto firmare la nuova convenzione approvata dal consiglio comunale nel 2015. Prevede un aumento del fitto del 20 per cento rispetto ai dieci anni precedenti: da 651 mila euro a 782 mila euro l’anno. In più le spese per la metro di notte a carico del Napoli.
DE LAURENTIIS CONTRO I LAVORI AL SAN PAOLO
E poi la pubblicità: il Comune gli vende gli spazi per minimo un mese, lui vuole pagare a giorni. «E gli abbiamo pure applicato la tariffa di Fuorigrotta – dicono al Municipio – nonostante quel messaggio pubblicitario lo vedano milioni di persone». Questo è il regolamento, prendere o lasciare. Il patron s’inalbera. All’hotel Vesuvio le parti non trovano l’intesa. E il giorno dopo – come le cronache ricordano – va in scena la sfuriata di De Laurentiis contro i lavori al San Paolo, poi la campagna abbonamenti che salta, e in ultimo i consiglieri comunali che si ritrovano senza posto in tribuna autorità. Ora il Napoli dovrebbe pagare lo stadio per ogni partita, a un costo addirittura superiore alla convenzione.