Svelato il mistero del giovane arciere. Il sagittarius di pompei era malato. Uno studio condotto dagli archeologi di una missione anglo–spagnola ha svelato il mistero.
di: Carlo Avvistai il Mattino
Il sagittarius di pompei
Era un sagittarius, un arciere, uno dei due pretoriani i cui resti vennero trovati qualche anno fa in una sepoltura intercettata nell’area esterna a Porta Nola,in prossimità della cinta muraria della Pompei romana.
La scoperta è stata presentata ieri, nel corso di un convegno tenutosi al MuVIM, il Museo dell’Illustrazione e della Modernità di Valencia, dagli archeologi di una missione anglo–spagnola. Gli studiosi dal 2010 stanno indagando l’area con l’obiettivo di acquisire dati interessanti tanto sulle caratteristiche fisiche quanto su quelle sociali degli abitanti di Pompei, oltre a studiare restie oggetti presenti nelle sepolture per ottenere quante più informazioni possibili sulle abitudini alimentari, sullo stile di vita e sui costumi funerari.
E tuttavia la scoperta che uno dei due militari fosse un sagittarius non è stato l’unico dato importante: gli archeologi spagnoli, guidati da Rosa Albiach, specialista in «Investigación Prehistorica» (indagini preistoriche) e direttrice del Museo di Preistoria di Valencia, hanno anche accertato che uno dei due, il sagittarius, era giovanissimo mentre il suo collega aveva circa quaranta cinque anni. Inoltre dalle analisi antropologiche è emerso che nessuno di loro morì per ferite di guerra o da combattimento ma per patologie comuni all’epoca.
Svelato il mistero del giovane arciere
E a proposito di malattie, l’arciere, come si è potuto accertare, era affetto da una patologia da «lavoro» causata dal continuo e duro allenamento con l’arco. Cosa che gli aveva prodotto usura delle ossa nell’area scapolo omerale e sugli avambracci.
Collegata all’area sepolcrale, sono stati riportati alla luce numerosi depositi di materiale che accompagnavano la tumulazione, balsamari, statuette votive, ceramiche, grossi frammentid icarbone. Insomma, il lavoro della missione anglo-iberica ha permesso di inserire altri e significativi tasselli nel mosaico delle conoscenze della Pompei del I secolo dopo Cristo.
Fattore nuovo e importante: l’area pomeriale (territorio della citta consacrato agli dei all’atto della fondazione di ogni città romana ndr.) di Porta Nola, così come quelle di Porta Vesuvio e Porta Sarno, in genere accoglie solo personaggi in relazione diretta con lo Stato. In questo caso, però, in epoca imperiale, tutto cambia e i nobili o il ceto divenuto ricco può chiedere deroga e farsi costruire il mausoleo in una zona che prima gli era vietata.
«Adesso – riprende l’archeologa Rosa Albiach– sarà necessario ristudiare tutto. Va rianalizzata la relazione che esiste tra città, i suoi personaggi di spicco e i funzionari pubblici. E allora tutto quanto scritto sino a ora potrebbe essere messo in discussione»