Sulla bufera Juventus Maurizio Zaccone rivela che in una chat WhatsApp c’è la prova documentata di un reato gravissimo
Maurizio Zaccone focalizza l’attenzione sulla bufera che riguarda la Juventus. Ai microfoni di “Un calcio alla radio”, su Radio Napoli Centrale, il giornalista e scrittore napoletano confida: “La Juventus risponde anche al controllo della Consob, ai propri azionisti, dai bilanci emergevano le carte in regola per poter operare in un certo modo, le indagini stanno dimostrando che non erano così e basta questo. Parlo di sfrontatezza, da profano e non esperto, è paradossale che in una chat WhatsApp venga messa una prova documentata di un reato gravissimo. Il calcio ha bisogno di cadere e rialzarsi. Quando nei primi anni 2000 sono piovuti soldi per le prime pay-tv, quei soldi sono stati utilizzati per supervalutare i calciatori, pagare i procuratori ed è andato tutto il sistema a rotoli”.
Maurizio Zaccone prende in riferimento una prova documentata di un reato gravissimo messa in una chat WhatsApp
Zaccone ha poi proseguito: “È irreale che un calciatore guadagni più di quanto fa guadagnare alle società. Le serie minori devono essere economicamente aiutate dal CONI. A discapito di chi spende e spanda milioni di euro che non restano nel calcio: procuratori, maxi-ingaggi, non vanno a finire nel sistema calcio”.
“I mercati, in genere, si autoregolamento. Nessuno ha interesse a perdere e non c’è mai bisogno del fair play finanziario, tranne che per il calcio che ha drogato il mercato. È la prima volta che esce uno scandalo dalla Magistratura e tutti aspettavano quando sarebbe successo”. Conclude Zaccone.