«Ascoltatelo Conte»: Zazzaroni analizza il crollo del Napoli a Lisbona
LISBONA – Nel suo editoriale sul Corriere dello Sport, Ivan Zazzaroni racconta di essere tornato alle parole di Conte pronunciate dopo la vittoria sulla Juve, mentre il Napoli all’intervallo era sotto di un gol e il Benfica aveva già sciupato altre occasioni pesanti. Lo aveva colpito soprattutto la riflessione del tecnico: «Non posso fare altro che ringraziare i ragazzi che si sono assunti grandi responsabilità in un momento di difficoltà oggettiva… Lo spirito e l’entusiasmo che tirano fuori è la cosa più bella».
Un passaggio che Zazzaroni, come ribadisce ancora sulle colonne del Corriere dello Sport, ha voluto riascoltare per un motivo chiaro: quando giochi la Champions non puoi permetterti di regalare all’avversario sette giocatori, cinque dei quali titolari, né due giorni di riposo in più. E anche se il Benfica può avere meno individualità del Napoli, resta un club di grande tradizione, allenato da uno come Mourinho e padrone di casa al Da Luz.
Nel primo tempo – sottolinea ancora Zazzaroni sul Corriere dello Sport – il Napoli è apparso svuotato, mentre il Benfica dominava per aggressività, ritmo e capacità di riconquista. Mourinho ha in parte replicato la strategia usata da Conte contro la Juve: pressione alta, squadra corta, undici sempre dietro la linea della palla quando costruivano gli azzurri. Nella ripresa, poi, José ha gestito: per la prima volta la difesa non ha sbagliato nulla.
Da qui la conclusione di Ivan Zazzaroni nel suo editoriale per il Corriere dello Sport: ascoltate Conte quando parla di «difficoltà oggettive». Perché sa che spirito ed entusiasmo non bastano quando il centrocampo si riduce a McTominay, Elmas e Vergara, e quando vengono a mancare esperienza e peso internazionale di giocatori come De Bruyne, Anguissa, Lobotka e Lukaku. Conte – ricorda Zazzaroni – non sta cercando alibi: conosce la squadra, i cicli, gli sforzi, e certe situazioni le ha già vissute.
Il direttore dedica infine un passaggio a Mourinho: a metà settembre ha ereditato un Benfica non costruito da lui, ha perso subito Aktürkoglu, ceduto al Fenerbahçe, e poi l’uomo di maggior talento, Lukébakio. «Da anni sento dire che è bollito. Già», chiosa Zazzaroni, riconoscendo i meriti di un tecnico che continua a incidere nonostante difficoltà e scetticismi.
