Sacchi: «Napoli più europeo, ma il Milan senza coppe ha un vantaggio»

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La corsa scudetto entra nella fase decisiva e, secondo Arrigo Sacchi, il calendario e il contesto possono fare la differenza più dei singoli. L’ex ct e allenatore rossonero, intervenuto sulle colonne della Gazzetta dello Sport, ha analizzato nel dettaglio Milan, Juventus, Inter e Napoli, offrendo una lettura tecnica e psicologica del campionato.

Per Sacchi, il Milan parte con un vantaggio concreto: «Non partecipare alle coppe è un grande beneficio. Avere una sola competizione da preparare è determinante, soprattutto in primavera, quando le energie calano». L’ex allenatore spiega come l’assenza di impegni europei riduca il rischio infortuni e consenta ad Allegri di lavorare tutta la settimana in allenamento, un fattore spesso sottovalutato. «Chi gioca la Champions, tra viaggi e partite, non si allena quasi mai. E l’allenamento, se vuoi arrivare lontano, è fondamentale».

La Juventus, invece, è tornata pienamente in corsa. «Ha fatto un bel balzo in avanti – osserva Sacchi sulla Gazzetta dello Sport – e con l’arrivo di Spalletti ha compiuto miglioramenti evidenti». Il tecnico toscano sta iniziando a trasmettere i suoi principi: pressing organizzato, dominio del campo, verticalizzazioni rapide. «È salito sul carro in corsa, quindi è normale che non tutto sia ancora perfetto, ma sul piano della determinazione i risultati si vedono».

Capitolo Inter. La classifica corta non autorizza fughe. «Ha la rosa più attrezzata – ammette Sacchi – ma non sempre riesce a esprimere tutto il suo potenziale». Il lavoro di Chivu viene però promosso: squadra più verticale, pressing alto e un attacco di livello assoluto con Lautaro, Thuram, Pio Esposito e Bonny. «Per un allenatore è un lusso scegliere semplicemente chi sta meglio».

Eppure, sul piano del gioco, Sacchi individua nel Napoli la squadra più convincente. «Conte ha superato un periodo difficilissimo, segnato da tanti infortuni. Ha inserito Neres e Hojlund, il gruppo ha mantenuto i principi dello scudetto e oggi gioca bene». La definizione è netta: «Quando è in forma, il Napoli mi sembra una squadra europea».

Il discorso si sposta poi sugli attaccanti. «Sono tutti fortissimi – chiarisce Sacchi – ma a fare la differenza è il gioco, non il singolo». Lautaro è una garanzia anche nello spogliatoio, Pulisic è cresciuto molto, Yildiz ha colpi da campione ma deve maturare mentalmente. Su Soulé, fiducia nel lavoro di Gasperini. Ma la preferenza personale è chiara: «Se fossi in panchina, come centravanti vorrei Hojlund. Avete visto che progressi ha fatto con Conte? Al Manchester United non era così».

Infine, Lukaku resta l’incognita più affascinante. «È il giocatore che può avere l’impatto maggiore – conclude Sacchi sulla Gazzetta dello Sport – perché i gol li ha sempre fatti. Dopo una prima parte di stagione ai margini avrà motivazioni enormi». Il dubbio resta la tenuta fisica, da gestire con attenzione. Meno convincenti, per ora, Nkunku, mentre Dybala con Gasperini ha trovato la posizione ideale. Su David e Openda, Sacchi invita alla pazienza: «Spalletti dovrà lavorarci per renderli determinanti».

Il verdetto è chiaro: il campionato è apertissimo. E, come spesso accade, non lo decideranno solo i nomi, ma il gioco.