Calcio Napoli

Zazzaroni: “Maradona batte Pelè 10-0, è il vero dio del calcio. De Laurentiis ha ragione sulla Superlega”

Ivan Zazzaroni elogia Maradona: "Era un Marziano" poi a ruota libera su EURO 2020e la questione superlega

Ivan Zazzaroni direttore del Corriere dello sport ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni della trasmissione ‘Fuori Gioco’, di Radio Fuori Campo, in collaborazione con AreaNapoli.it.  Zazzaroni ha parlato dell’atavica sfida tra Maradona e Pelè e poi si è soffermato su EURO 2020  e la questione superLega.

Maradona è il vero “dio” del calcio?

Assolutamente. Non c’è neanche un dubbio. Chi ha vissuto Diego, ed io l’ho vissuto in primissima persona; chi lo ha conosciuto, frequentato, sa che non c’è gara: né con Pelè né con nessun altro. Finisce 10 a 0 per Maradona. Con chiunque. Maradona era tutto: era un calciatore impossibile da eguagliare. Poteva avere tutti i vizi del mondo, ma era un marziano“.

L’Italia a Euro 2020

Contro la Turchia ho visto un’Italia matura, piacevole. Soprattutto matura. In particolare nel primo tempo, quando ha fatto giocare male, anzi non giocare, la Turchia. Una volta aperta la partita, dopo l’autogol, è andata sul velluto. Un’Italia che mi ha sorpreso sul piano temperamentale. Quale Nazionale mi ha deluso di più, finora, ad Euro 2020? La Francia nella prima partita, nettamente. La squadra Campione del Mondo, all’esordio, ha fatto un secondo tempo vergognoso. Sinceramente, mi ha deluso. La Germania non ha tirato in porta, è vero; però, se la Francia Campione del Mondo gioca in quel modo, allora possiamo chiudere gli Europei anche domani mattina. Pensavo avessero valori tecnici assoluti… La Francia è una Nazionale che può permettersi un gioco diverso“.

Chi è la favorita ad Euro 2020, alla luce del big match di ieri e delle partite disputate finora?

E’ molto presto. Questi sono tornei nei quali le sorprese non mancano mai. Ricordate il Portogallo e la Grecia in Finale? C’è l’augurio di poter vedere l’Italia tra le prime quattro, questo sì. Una squadra che mi diverte molto è l’Inghilterra: anche se non ha fatto una grande partita, ha ottime individualità. Per il resto, il solito Belgio, la Francia… Non so se la Germania riuscirà a recuperare… Non mi è piaciuto molto nemmeno il Portogallo. E’ tutto molto in divenire, al momento“.

Cosa risponde a chi sostiene che ci sia tanto del Napoli di Sarri nell’Italia di Mancini?

Io non ci vedo proprio nulla di Sarri. Non allenandola lui, non vedo quale sia il paragone. Lo trovo fuoriluogo. Oltretutto, Mancini e Sarri non sono propriamente amici. Da qualche anno, l’Italia sta mettendo in pratica il lavoro di Mancini, un allenatore che ha sempre pensato in positivo, che sa scegliere i giocatori e che vive la sua realtà con molta allegria, molta gioia. Con un linguaggio assolutamente nuovo e che la squadra percepisce. C’è molta positività. Speriamo che tutto ciò si traduca in un risultato positivo con la Svizzera, perché avrebbe un significato doppio“.

L’ha sorpresa la notizia di Sarri alla Lazio, dopo le voci sulla Roma e la Premier?

Sarri non è mai stato realmente vicino al Tottenham. E’ stato vicinissimo alla Roma: stavano chiudendo con il suo procuratore, quando è arrivata la notizia choc di José Mourinho in giallorosso. Sarri, il giorno dopo, doveva andare a Roma a firmare: potete immaginare la sua reazione… Sarri ha un’idea molto chiara e molto alta della Lazio. Parlandone con lui già a febbraio, mi diceva che questa rosa ha un grande centrocampo e un attaccante (Ciro Immobile, ndr) da 30 gol. Penso proprio che, se non ci saranno imprevisti particolari, la Lazio potrà fare molto bene con Sarri“.

Ha sentito le parole di Aurelio De Laurentiis sulla SuperLega?

Le cose che ha detto Aurelio De Laurentiis sono le stesse che abbiamo condiviso anche noi dal primo momento, e cioè che bisogna fare qualcosa per migliorare, dare un senso di stabilità e sostenibilità a questo calcio, ma la direzione non è certamente la SuperLega così come è stata concepita. Bisogna trovare un accordo con le istituzioni e far sì che UEFA e FIFA, ma soprattutto l’UEFA, si accollino anche una parte del rischio, perché l’UEFA fa i soldi con i calciatori che sono pagati dalle società, ma a rischio zero. Qualcosa, così facendo, può non funzionare“.