Rowe sfida il Napoli: «Not yet». La Supercoppa è già iniziata
Riyadh – Jonathan Rowe parla, sorride, scherza. British nello stile e nei modi, elegante come l’ambiente che lo circonda: il Mandarin Oriental Al Faisaliah, quartier generale del Bologna a Riyadh. Ma quando il discorso si fa serio, la voce si abbassa e il messaggio arriva dritto. Lo racconta Fabio Mandarini sulle colonne del Corriere dello Sport, inviato in Arabia Saudita, descrivendo un ragazzo brillante fuori e dentro il campo.
Alla domanda sul primo titolo mancato a livello di club, dopo l’Europeo Under 21 vinto con l’Inghilterra, Rowe risponde con tempismo cinematografico: «Not yet». Non ancora. Due parole, stile James Bond, e la finale di Supercoppa contro il Napoli sembra già cominciata. Fabio Mandarini del Corriere dello Sport fotografa così l’atteggiamento di un giocatore che non ha paura della pressione.
Il rigore calciato contro l’Inter è stato un momento chiave. «È sempre difficile tirarli in partite importanti», ammette Rowe, che poi sorprende: «È stato il secondo rigore che ho calciato in carriera». Coraggio? «Credo in me stesso e l’ho fatto per aiutare la squadra». Mentalità chiara, come sottolinea ancora Fabio Mandarini sul Corriere dello Sport.
Ora il Bologna è a un passo dal secondo titolo in sette mesi. «Sarebbe il primo trofeo per me: darò e daremo tutto per provare a vincere», dice Rowe, consapevole che dall’altra parte ci sarà un Napoli agguerrito. «È una grande squadra, con giocatori forti. Sarà una bella sfida: speriamo di confermarci come in campionato». Un confronto che promette spettacolo, anche sugli esterni, da Orsolini a Neres, da Lang a Politano. «Mi spiace solo che Bernardeschi non ci sarà».
Conte difende a cinque, dettaglio non secondario. «È uno degli aspetti più complessi del calcio italiano: in tanti difendono così ed è più difficile per gli attaccanti». Eppure il Bologna si sente pronto. «È un grande club, con una mentalità forte come le big. Stiamo crescendo passo dopo passo», racconta Rowe, elogiando anche l’ambiente interno: «C’è concorrenza, ed è un fattore positivo. Tutti lottano per giocare».
Dalla Premier con il Norwich alla Ligue 1 con il Marsiglia, fino alla Serie A: «Mi piace molto il calcio italiano, è una sfida che mi aiuta». Cresciuto a Wembley, Rowe però non crede nel destino. «Se non hai talento non basta crescere lì. La cosa fondamentale è il lavoro». Parole che Fabio Mandarini del Corriere dello Sport evidenzia come manifesto della sua carriera.
Interessante il confronto tra Italiano e De Zerbi: «De Zerbi ama il fraseggio, Italiano è più diretto. Una cosa unica di Italiano è che comunica la formazione un’ora e mezzo prima della partita». E allora la risposta alla domanda se giocherà in finale è quasi scontata: «Lo saprò un’ora e mezzo prima».
Intanto studia l’italiano, senza stress. «Ciao, buongiorno e sono molto stanco», ride. Nessun peso nemmeno per l’etichetta di acquisto più costoso della storia del Bologna: 19,5 milioni. «Nessuna paura, penso solo a lavorare». Pasta preferita? «Al pesto. Fantastica». Nazionale inglese? «Sì, ma bisogna lavorare ogni giorno». Poi la chiusura, netta: «In testa ho solo la finale». La Supercoppa, per Jonathan Rowe, è già cominciata.
