La rivalità tra Napoli è Cagliari è uno dei rari esempi di “rivalità a senso unico”. Non è un derby come potrebbe esserlo Roma-Lazio e nemmeno un derby allargato vedi quello d’Italia tra Inter e Juventus. La rivalità tra Cagliari e Napoli è semplicemente un’avversione della tifoseria sarda verso quella napoletana. Vediamo cosa si nasconde dietro quest’odio calcistico a senso unico.
COME NASCE LA RIVALITÀ TRA CAGLIARI E NAPOLI
Ogni sardo che ha udito nell’etere dell’esistenza del calcio di Serie A almeno una volta nella propria vita, trasmesso da amici, parenti e conoscenti per osmosi o per dipendenza patologica propria, è consapevole dell’acredine dei tifosi del Cagliari nei confronti di quelli del Napoli. Non c’è gara stagionale che attiri più di quella contro gli azzurri, una chiamata alle armi in città, davanti alla tv, nei bar, sui social.
Dall’altra parte, silenzio assoluto. Ai tempi di Cellino era venutasi a creare una minima risposta da parte di Napoli, pronta ad attaccare per godere delle sconfitte del presidente rossoblù, più che della sua squadra. Dopo il suo addio, dopo l’esplosione di grandezza del team partenopeo, rivalità a senso unico. Se il Napoli ha sempre vissuto con grande ardore la battaglia geopolitica contro gli squadroni del nord , tra l’altro esultando per la vittoria del Cagliari scudettato nel ’70 (altri tempi), quasi tutte le squadre d’Italia hanno ottenuto la propria nemesi. Rivalità che non avrebbero potuto proliferare senza l’adesione da entrambe le parti. Eppure anche in una rivalità a senso unico, l’altra parte sotto sotto si sente attratta dalla possibilità di avere a che fare con questa parte di leggenda.
FONSECA e il gesto dell’ombrello
La rivalità tra Cagliari e Napoli prende forma nei gloriosi anni ’90 dell’Italia. Calcistica. Da Montevideo sbarca in Sardegna Daniel Fonseca , dentuto 21enne che ha folgorato gli scout del Cagliari. Non un bomber letale, ma un buon attaccante per una formazione decisa a dimenticare l’orrore delle serie inferiori. In questo contesto Fonseca diventa idolo per i goal, per la sua grinta, per quei denti esagerati. Ma passate due stagioni sotto al Bastione, la sua storia lo conduce sotto a Napoli. E boom, apriti cielo. I tifosi rossoblù, che ancora non hanno il fuoco dentro contro i colleghi napoletani, lo reputano un tradimento . Il ritorno al Sant’Elia sarà stalle e stelle per l’uruguagio.
Pronti via, una sconfitta nel 1992/1993, con tanto di espulsione: stadio cagliaritano in festa, mentre Fonseca arriva al tunnel per gli spogliatoi accompagnato, in campo, dagli amici ed ex compagni Francescoli ed Herrera, e sugli spalti, da una bordata incredibile di fischi.
Fonseca torna a Cagliari qualche mese dopo: è il 17 ottobre 1993. Non solo l’uruguagio segna una doppietta che deciderà la sfida (2-1, goal di Cappioli per i sardi), ma dopo la prima rete si rivolge verso la Curva Nord sfoderando un pacatissimo gesto dell’ombrello. Spiegherà Fonseca al termine della gara:
“Non credo sia giusto essere accolto così, è già la seconda volta. Io credo di aver dato tanto al Cagliari e all’isola, come loro hanno dato a me. Ma io tante volte anche quando stavamo per retrocedere giocavo infortunato. Mi dispiace perchè nel calcio devi essere sportivo però avete sentito tutto quello che mi hanno detto. Ho avuto una reazione così perchè non credo di essermelo meritato”.
MUTTI, PIACENZA E LO SPAREGGIO
La rivalità tra Napoli e Cagliari si consacra nel 1997. Il finale del 1996/1997 è maestro di colpi di scena. Napoli e Roma si salvano, il Perugia retrocede direttamente senza passare dai playout nonostante i 37 punti condivisi con Cagliari e Piacenza : classifica avulsa al potere e le ultime due già citate in campo al San Paolo per rimanere in Serie A. Eh già. Si era tanto parlato dell’Olimpico di Roma come possibile stadio per la gara, più vicino al club emiliano e più facile da raggiungere per i sardi. Magari anche per attirare i fans del romanissimo Mazzone . E invece no, tutti in Campania. Dove di lì a poco sarebbe sbarcato Bortolo Mutti, tecnico del Piacenza.
Il San Paolo, oggi stadio Maradona, è invaso dai tifosi del Cagliari, arrivati in massa a Napoli per sostenere i propri beniamini. E qui scatta la goccia che fa traboccare il vaso. I tifosi azzurri , consci dell’imminente arrivo di Mutti si schierano dalla parte del Piacenza : in campo è 3-1 per i biancorossi. Fuori da esso nessuno, accuserà i fans di casa per la scelta fatta.
Eppure dai tifosi rossoblù presenti in città partirà il passaparola , influenzando i dubbiosi davanti alla tv. Influenzando tre generazioni, creando la leggenda dei napoletani brutti e cattivi per aver scelto la parte emiliana.
Mutti salva il Piacenza mentre il Cagliari di Mazzone scende in Serie B . Mutti firma col Napoli, ma dopo appena qualche giornata (la quinta) verrà esonerato per far posto a Mazzone. E dunque a Galeone e Montefusco, prima della retrocessione.
LA RIVALITÀ TRA CAGLIARI E NAPOLI E LA VENDETTA DI DANIELE CONTI
“Il goal segnato al Napoli nel 2008 è stato il più importante della mia vita calcistica, questa gara per me contava più di ogni altra cosa. In campo davamo l’impossibile ” . Parole e musica di un dio, naturalizzato, sardo: Daniele Conti . L’ex bandiera rossoblù è stato il massimo portabandiera della rivalità tra Cagliari e Napoli nel corso degli anni.
Dopo lo spareggio del 1997, il Napoli non è più riuscito a portare via punti dal Sant’Elia per lunghissimo tempo, subendo rimonte impossibili, rinascite post intervallo, sconfitte al limite del delirio. Sempre negli ultimi minuti, sempre in modo rocambolesco, con gare pareggiate durante il recupero. Con match vinti dopo il 90′.
Con Mazzarri, Benitez, Ancelotti, Gattuso e Sarri , la storia è cambiata: il Napoli è diventata big assoluta, il Cagliari è rimasta nelle zone basse. Eppure la rivalità, oramai totalmente a senso unico viste le zone di classifica occupate, continua. Senza bisogno di essere incendiata da nuovi Mutti. Da nuovi Fonseca.
Fonte: goal.com, wikipedia, Cagliari calcio