Pepe Reina, portiere dell’Aston Villa, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. Nel pezzo anche il coronavirus ed il Napoli di Sarri.
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L’ex Portiere del Napoli, Pepe Reina racconta la sua personale esperienza nella lotta al coronavirus. Una lotta dura che lo ha spaventato, a causa anche di un momento in cui gli è mancato l’ossigeno. Febbre alta, tosse secca e senso di spossatezza i sintomi di Reina che racconta:
Sono stato isolato dopo aver accusato i primi sintomi del virus. Febbre, tosse secca, un mal di testa che non mi abbandonava mai, quel senso di spossatezza… L‘unico spavento quando per venticinque minuti mi è mancato l’ossigeno, come se la gola si fosse improvvisamente ristretta e l’aria non riuscisse a passare… I primi sei, otto giorni li ho trascorsi chiuso in una stanza.
Ora il calciatore sta meglio e vive con la sua famiglia a Birmingham, ma ammette di stare ancora attento a non entrare i contatto con i genitori anziani della moglie.
Reina ed il Napoli di Sarri
Nell’intervista a firma di Ivan Zazzaroni si parla anche di Napoli. Impossibile omettere questa parentesi per Reina che all’ombra del Vesuvio ci ha lasciato un pezzo di cuore: “Napoli è la mia dimensione naturale” ammette lo spagnolo. Poi racconta il suo Napoli, quello di Sarri.
Lo spirito con cui ci allenavamo e giocavamo, e la qualità del gioco di quel Napoli. Non vederemo mai più una squadra muoversi in quel modo. Sarri riuscì a portarci al di sopra di limiti e potenzialità. In quegli anni avete visto il miglior Koulibaly, il miglior Mertens, un Allan strepitoso, Albiol una guida formidabile, il contributo prezioso di Callejon e Insigne. A un certo punto della seconda stagione sembrava che giocassimo a memoria. Non c’erano primedonne, ma grande disponibilità, e umiltà, il nostro leader era il gioco che ci aveva insegnato lui.