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Perché Gyokeres esulta così?

Tutti pensavano si ispirasse ad Hannibal Lecter, ma dietro la celebre esultanza dello svedese si nasconde un omaggio a Batman e una storia di rivalsa personale.


Il significato dell’esultanza di Gyokeres: “A nessuno importava finché non ho indossato la maschera”.

L’esultanza di Viktor Gyokeres è diventata un vero e proprio fenomeno culturale. Il bomber dello Sporting, seguito con interesse dal Napoli, ha creato un gesto iconico che viene imitato da tifosi di tutte le età: mani incrociate vicino al volto e sguardo glaciale verso la telecamera, proprio come quando trafigge le difese avversarie.

Perché Gyokeres esulta così?

Mani incrociate sul volto, sguardo glaciale dritto in camera: l’esultanza di Viktor Gyokeres è diventata un marchio di fabbrica, imitata da grandi e piccini sugli spalti dello Sporting Lisbona. Ma dietro quel gesto, che tutti credevano ispirato ad Hannibal Lecter, si nasconde una storia diversa.

Da Coventry a Lisbona: la nascita di un’icona

L’esultanza con la “maschera” non nasce in Portogallo. Nel Coventry, dove Gyokeres giocava fino a un anno e mezzo fa, questo gesto compariva raramente. Lo svedese, acquistato per meno di un milione di euro, preferiva festeggiare in modo tradizionale, scivolando sotto la curva con i tifosi.

È solo con il trasferimento allo Sporting per 24 milioni che la “maschera” diventa la sua firma. Un cambiamento non casuale, che racchiude un messaggio preciso.

Il riferimento a Bane: una citazione rivelativa

Mentre tutti, compreso il suo ex compagno Josh Eccles, collegavano l’esultanza ad Hannibal Lecter (“Lui mangia le persone, Viktor mangia le difese”), la verità era sotto gli occhi di tutti. Lo stesso Gyokeres l’ha svelata citando Bane, il villain di Batman ne Il Cavaliere Oscuro: “Nobody cared until I put on the mask” (A nessuno importava finché non ho indossato la maschera).

Una rivincita a 26 anni

Questa frase racconta perfettamente il percorso di Gyokeres. Ignorato dai grandi club, ha dovuto attendere i 26 anni per la sua consacrazione. La “maschera” è diventata il simbolo della sua rivincita: 16 gol in 10 partite di campionato, 23 in totale, numeri che hanno attirato l’interesse di club come il Napoli.

Ogni volta che incrocia le mani sul volto, Gyokeres non sta solo festeggiando: sta ricordando al mondo del calcio che ha dovuto mettersi una “maschera” – quella del bomber implacabile – per farsi notare. Un gesto che non è più solo un’esultanza, ma il racconto di una rivalsa personale iniziata nelle categorie minori inglesi e esplosa definitivamente sotto i riflettori di Lisbona.

 

 

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