Napoli orgoglio del calcio italiano, Alessandro Barbano esalta gli uomini di Spalletti. Dal Corriere dello Sport il complimento più bello.
Il Napoli è protagonista di una vittoria fantastica in Champions League, e la città ne è orgogliosa. Gli azzurri di Spalletti hanno regalato ai napoletani una felicità doppia: vincere in Champions è bello, ma vincere dove ti hanno chiamato per giorni “terrone” è meraviglioso! Prima della partita, c’era stata paura e incertezza riguardo all’esito del match, ma Osimhen e compagni hanno ricordato a tutti la forza del Napoli la. Questa vittoria è una grande soddisfazione per la città e per il calcio italiano, e dimostra che il Napoli è una forza da non sottovalutare anche in campo internazionale.
Alessandro Barbano sulle pagine del Corriere dello Sport, esalta gli azzurri e fa il complimento più bello al gruppo di Spalletti. Quelle di Barbano sembrano le uniche sincere, visto che molti media hanno preferito sottolineare le dichiarazioni di De Laurentiis sull’onestà del club azzurro, ergendosi a difensori della Juventus.
Napoli orgoglio del calcio italiano
“È il Napoli, ragazzi. Ma che Napoli! Chi l’aveva mai visto? Chi l’avrebbe mai detto? È il Napoli galattico, orgoglio del calcio italiano, rivincita di una frustrazione trentennale, che nei picchi della passione scatena in queste ore la tentazione di profanare il patrimonio più caro dei tifosi, la memoria, e dire che neanche il Napoli di Maradona era mai arrivato a questo. Ai calciofi li più freddi ricorda il Milan di Sacchi, che pure ha vinto tutto, mentre questi, i ragazzi di Spalletti, sono appena candidati alla vittoria. Che siano o no, questi paralleli, inganni del ricordo, e dell’età che avanza, si deve riconoscere che un palleggio così non s’era mai visto, a memoria d’uomo. L’Eintracht è squadra incompleta. Ha un paio di talenti in mezzo alla composta pressione di scuola tedesca. Che, contro la sinfonia azzurra, preme dieci minuti, poi evapora come la schiuma di birra in una sagra prussiana“.
Barbano ha poi aggiunto: “Non c’è argine contro il crescendo spallettiano, che apre il secondo movimento della sua sinfonia con un ritmo più incalzante. Non è l’espulsione di Kolo Muani a chiudere la gara, perché anche in undici contro undici il Napoli non avrebbe concesso di più. Se l’ingenuità dell’attaccante francese, che azzarda uno spericolato anticipo su Anguissa, è figlia della frustrazione, il rosso dell’arbitro è frutto dell’inadeguatezza. Ma la musica non cambia, compenetrata com’è nella sua cabaletta finale, dove il genio di Kvara offre a Di Lorenzo una prova di maturità: tiro a giro rasoterra col sinistro, una volta il piede debole del capitano azzurro. Ma di debole in questa compagnia non c’è più niente“.