Napoli, lo scudetto della forza: Conte costruisce il trionfo su sette uomini d’oro

Napoli, lo scudetto della forza: Conte costruisce il trionfo su sette uomini d’oro

Nel Napoli di Antonio Conte, lo scudetto non è solo un obiettivo: è l’effetto di un lavoro minuzioso, intenso, spietato. Ma, come scrive La Gazzetta dello Sport, tutto questo non basta se non hai la materia prima: la qualità dei calciatori. Ecco perché il sogno partenopeo del 2025 poggia su sette colonne, autentici protagonisti di una cavalcata straordinaria.
McTominay, il gigante buono che ha conquistato Napoli

Secondo La Gazzetta dello Sport, è Scott McTominay il volto simbolo di questa stagione. Acquistato per 30,5 milioni dal Manchester United, Conte lo ha trasformato in un’arma totale: mezzala, incursore e falso nove, all’occorrenza. Un giocatore fisico, intelligente, capace di dettare i tempi e colpire.

I numeri raccontano la sua stagione: 11 gol e 6 assist in 33 partite. Sempre decisivo, presente in ogni fase del gioco. “McTutto”, lo definisce la rosea, sottolineando il suo impatto su entrambe le metà campo.
Lukaku, la potenza che romba: V…Rom!

La Gazzetta dello Sport ricorda come senza Conte non ci sarebbe Lukaku, e viceversa. Un binomio solido, fatto di fiducia e lavoro estremo. Romelu ha accettato anche le diete tibetane e gli allenamenti prosciuganti di Conte, pur di rendere al massimo.

13 gol e 10 assist in 33 presenze, secondo i dati riportati dalla Gazzetta, lo rendono uno dei trascinatori del gruppo. È il centravanti che apre spazi, che crea gioco, che diventa punto d’appoggio per tutta la manovra. La definizione perfetta? Una macchina da guerra tattica.
Anguissa, equilibrio e muscoli per Conte

In mezzo al campo c’è il muro: Frank Anguissa. Come ricorda La Gazzetta dello Sport, il camerunese è il “bastione imprescindibile” del Napoli. Impatto fisico devastante, intelligenza tattica, inserimenti pericolosi: sei gol in stagione, ma anche mille palloni recuperati.

Arrivato nel 2021, Anguissa è diventato il simbolo dell’equilibrio: l’uomo che sa dare ordine e forza a tutto il centrocampo.
Rrahmani, il leader silenzioso della difesa

37 partite su 37, sempre titolare tranne una. È il dato che sintetizza la stagione di Amir Rrahmani, secondo quanto evidenziato da La Gazzetta dello Sport. Il kosovaro è diventato il comandante della linea difensiva, il perno davanti a Meret.

La rosea sottolinea il suo contributo nella costruzione della miglior difesa del campionato (27 gol subiti): colpi di testa, anticipi, passaggi puliti. Un difensore affidabile e mai banale.
Politano, fatica e qualità sulla fascia

Non solo corsa. Non solo sacrificio. Anche giocate decisive. Così La Gazzetta dello Sport descrive il 2025 di Matteo Politano, autore di 3 gol e 4 assist, ma soprattutto di due reti pesantissime: a Bergamo e contro il Milan.

Allenato già da Conte all’Inter, Politano ha trovato a Napoli una seconda maturità. È uno degli eredi dello scudetto 2023, oggi a un passo dal bis.
Di Lorenzo, il capitano della solidità

Il Napoli ha perso Kvaratskhelia, ma sulla fascia destra ha costruito una catena quasi perfetta. Secondo La Gazzetta dello Sport, Giovanni Di Lorenzo, con Anguissa e Politano, forma un trio collaudato e inscalfibile. Terzino, centrale, leader: l’uomo che fa da ponte tra presente e futuro.

A quasi 32 anni, e alla sesta stagione in azzurro, Di Lorenzo incarna il valore della continuità e della consapevolezza, due concetti chiave secondo la rosea per spiegare la solidità di questa squadra.
Lobotka, il regista invisibile che muove i fili

Forse meno brillante rispetto all’annata 2023, ma ancora fondamentale, come conferma La Gazzetta dello Sport: Stanislav Lobotka resta il metronomo del Napoli. Mai un passaggio in più, mai uno sbaglio. In alcune partite ha sfiorato il 96% di precisione nei passaggi.

Sa collegare, servire, tagliare. Non è solo un regista: è l’uomo che tiene in piedi la trama.
Il segreto del Napoli: Conte e i suoi fedelissimi

Come conclude La Gazzetta dello Sport, lo scudetto del Napoli – se arriverà – sarà anche figlio della coerenza e della costruzione metodica di Antonio Conte, che ha saputo creare un gruppo di titolari fedelissimi, plasmati nel sudore e nell’obbedienza tattica.

Questi sette uomini d’oro sono il manifesto della rinascita. E il trionfo, se confermato, sarà la loro firma collettiva.