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Napoli, Kim: Ecco 5 cose che non sapevi sul difensore sudcoreano

Le 5 cose che non sai di Kim il nuovo difensore del Napoli. Il suo soprannome, the Monster, il Mostro, non è casuale.

Kim Min-jae, 5 cose che non sai. Il venticinquenne difensore che il Napoli ha acquistato dal Fenerbahce, è un giocatore destinato a passare alla storia del club: sia perché è il primo coreano a vestire la maglia azzurra sia perché toccherà a lui sostituire Koulibaly. Tutto chiaro? Una sfida enorme quanto lui, colosso di 190 centimetri e quasi 90 chili di muscoli: il suo soprannome, the Monster, il Mostro, non è casuale.

Chi è Kim Min-jae

Min-jae, sposato e padre di un bimbo, proviene da una famiglia di sportivi: il padre è un ex judoka, la madre un’ex atleta, il fratello maggiore Kyung-mi giocava in porta con la Myongji University e lo zio allena a Tongyeong, la sua città natale nella provincia di South Gyeongsang. Zio che tra l’altro l’ha iniziato al calcio e allenato per primo. Duramente. Amante della bicicletta, un corso di laurea in Economia Aziendale mai concluso alla Yonsei University e un impegno sociale costante, Kim è un difensore con il fisico bestiale. Al di là dell’altezza: strutturato, solido come una quercia, piuttosto rapido e poco incline ai cartellini. Le doti migliori? L’uno contro uno e il gioco aereo, anche se nell’ultima stagione ha segnato soltanto un gol. Nazionale coreano e candidato al Mondiale, Min-jae ha la passione per i tatuaggi: sul petto sfoggia un enorme “Carpe Diem” e sulla schiena una sorta di affresco religioso. Un omaggio alla cristianità.

5 cose su Kim Min-jae

Ecco 5 cose che non sapevi su Kim Min-jae:

  1. Kim è il cognome più diffuso in Corea del Sud, un po’ come Rossi in Italia: tant’è che c’è un Kim Min-Jae che non è il difensore appena acquistato dal Napoli, ma un attore e rapper classe 1996. Possiamo distinguerlo, se ce ne fosse bisogno, grazie al suo soprannome.
  2. Nel gennaio 2021 è stato nominato Ambiasciatore della Purme Foundation, che si occupa della riabilitazione dei bambini con disabilità e dell’indipendenza dei giovani con disabilità. Ha donato 50 milioni di won, circa 40.000 euro, per l’organizzazione no-profit: un gigante dal cuore d’oro.
  3. Ha già 42 presenze con la selezione nazionale coreana; nonostante sia un difensore centrale, quindi spesso a contatto con attaccanti veloci, ha pochissime ammonizioni a suo carico: 23 in 175 partite.
  4. La sua è una famiglia di atleti. Lo zio, tecnico nella città di Tongyeong, lo ha allenato duramente. Il fratello maggiore Kyung-mi, invece, ha giocato come portiere nella Myongji University. Anche il padre di Kim è stato un atleta, ma nel judo.
  5. Nel 2015 si è iscritto alla Yonsei University, una delle tre più prestigiose università sudcoreane, ma non si è mai laureato: ha colto l’attimo per diventare un calciatore abbandonando le sudate carte. E infatti un tatuaggio sul suo petto recita proprio in latino:

 

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