Napoli, Conte e la fame di vittoria: “Così ho forgiato un gruppo da scudetto”

Milan-Napoli, la richiesta segreta di Conte alla squadra

NAPOLI – Pazienza e ferocia. Sono questi gli ingredienti segreti che hanno permesso ad Antonio Conte di scolpire il suo Napoli, oggi a un passo dallo scudetto. Come racconta Pino Taormina su Il Mattino, il tecnico salentino ha saputo entrare nella mente e nel cuore dei suoi ragazzi, trasformandoli in una squadra affamata, determinata a non fermarsi davanti a nulla.

Se il Napoli è primo, è merito della capacità di Conte di far sentire i suoi uomini più grandi di quello che sono, più grandi di quanto anche loro stessi credessero di poter essere. Un gruppo che “morirebbe” per il suo allenatore, e viceversa.

Dallo shock alla rinascita: il metodo Conte

Tutto ha avuto inizio lo scorso agosto. Dopo un’amichevole deludente con la Casertana, Conte capì subito che servivano volti nuovi. E quando a Verona, dopo un pesante 0-3, urlò al suo spogliatoio – «Io darei tutto per vincere ancora. E voi vi sentite già campioni?» – piantò il primo seme della rinascita.

Non è stato facile. Il mercato si è mosso a rilento: Osimhen in bilico fino all’ultimo, McTominay, Gilmour e Lukaku arrivati solo in extremis. Ma alla fine il Napoli ha trovato la sua forma: concentrazione assoluta, niente invasioni esterne, regole ferree dentro lo spogliatoio. Una squadra costruita sulla fame, sulla disciplina, sul sacrificio.

Allenamenti duri, mentalità vincente

Conte non concede mai nulla: gli allenamenti sono lunghi, durissimi, senza calendari settimanali noti. I giorni liberi vengono annunciati solo dopo le vittorie, come quella recente contro il Torino. È un metodo estenuante, ma i calciatori lo adorano: lo seguono senza esitazioni, come chi si affida a un comandante in battaglia.

Nonostante le difficoltà – l’addio di Kim, gli infortuni di Neres, la partenza di Kvaratskhelia – il Napoli non ha mai mollato. Ha cambiato assetti (dal 3-4-2-1 al 4-3-3), ha saputo adattarsi e crescere. Una sola sconfitta nel 2025, contro il Como. Poi una scalata costante, con dieci formazioni titolari diverse nelle ultime dodici partite.

Organizzazione, passione, fame

Conte ha isolato il gruppo, ha definito ruoli chiari: per arrivare a lui bisogna passare da Stellini o Oriali. Ha preteso rispetto assoluto e dato in cambio tutto sé stesso. “La fame” è la parola che scrive ripetutamente sulla lavagna: è il suo mantra, la chiave di volta di una stagione straordinaria.

Il tecnico salentino non si è mai posto come amico dei suoi giocatori, ma come leader e guida. Li ha forgiati a sua immagine e somiglianza: resistenti, determinati, inarrestabili. E ora è arrivato il momento di raccogliere i frutti.

Il futuro: festa e nuove sfide

In attesa del faccia a faccia con De Laurentiis – tornato dalle Maldive –, Conte si gode un Napoli che sogna. Il patron pensa già ai festeggiamenti, stavolta anche con il bus scoperto per le vie della città. E, nel frattempo, si prepara a scrivere un’altra pagina di storia.

Antonio Conte ha dimostrato che nulla è impossibile. Basta avere fame.