Le Interviste

Pastore: “Poveracci, soffrite ancora Maradona. Messi non ridimensionerà mai il suo Mito”

Rosario Pastore attacca i detrattori di Maradona, tacciandoli di essere poveracci, e ritiene che Messi non ridimensionerà mai il suo Mito

Rosario Pastore, giornalista, in passato prima firma de La Gazzetta dello Sport, ha detto la sua sul paragone tra Leo Messi e Diego Armando Maradona. Queste le sue parole: “Poveracci. Fanno quasi compassione. Ancora oggi, dopo decenni dalla sua ultima apparizione su un campo e dopo due anni dalla sua scomparsa dal mondo dei vivi, questa gente soffre ancora Diego Armando. Lo respiri, lo senti concretamente questo desiderio di rivalsa, la vedi chiara questa voglia di abbattere finalmente, gettandolo giù dal piedistallo, un personaggio che li aveva appesi al muro, in ogni senso. Ha vinto Messi, è morto Maradona, gridano da ogni lato e sono finalmente soddisfatti. Perché si illudono che la vittoria dell’Argentina in Qatar possa servire a ridimensionare un mito”.

“Ebbene, si sbagliano. Se ne facciano una ragione. Fra 20, 50, 100 anni – ha sottolineato Pastore – nessuno ricorderà, se non leggendolo sugli almanacchi, che nel 2022 un certo Leo Messi ha condotto la sua nazionale alla vittoria in un mondiale. Mentre gli appassionati di calcio continueranno a seguire nei filmati le entusiasmanti prodezze di un campione supremo. E rammenteranno le sue battaglie contri i disonesti potenti della terra. Leggeranno delle sue entusiasmanti prodezze sportive e delle sue decise prese di posizione contro la corruzione degli organi internazionali, col presidente della Fifa Blatter innanzitutto. E sapranno che mai, mai avrebbe accettato di indossare, dopo il successo sul campo, una mantellina ridicola che ricordava i colori di un Paese antidemocratico come il Qatar”.

Per Pastore Maradona è il più grande della storia del calcio

Pastore ha poi proseguito: “Perché, lor signori se ne facciano una ragione: oltre ad un prepotente divario tecnico fra Diego e Leo, esiste un’abissale differenza anche nella loro interpretazione di essere Uomo. Già, Uomo, con la lettera maiuscola. Quindi, stiano tranquilli quanti esultano invano per un presunto ridimensionamento. Lo dico anche a chi ha voluto pubblicare un titolo quasi blasfemo, come quel “Il piede di Dios” pubblicato da un giornale color di rosa. Per contrapporlo alla mano di Dios di Maradona“.

Quindi ha concluso: “Ricordandogli che, oltre a quella mano, Diego Armando, col suo piede sinistro, aveva fermato, e definitivamente, la storia del calcio. E, con la sua statura di essere umano, scritto una parola determinante in difesa di una Nazione, la sua, e di una città, che sente ancora l’orgoglio di essere stata scelta dal più grande. Già, il più grande. In assoluto”.