Ma quale Claudio Gentile: solo una persona ha annullato Maradona in campo | Non riusciva nemmeno a prendere palla
Maradona - napolipiu.com
Maradona è considerato da molti come il più grande calciatore di tutti i tempi ma non sempre ha avuto vita facile con i difensori.
Claudio Gentile e Diego Armando Maradona sono legati a una delle sfide più celebri della storia del calcio mondiale. Il loro duello ai Mondiali di Spagna del 1982 è rimasto scolpito nella memoria collettiva: l’allora difensore della Juventus ricevette l’incarico di marcare a uomo il fuoriclasse argentino, in un incontro che sarebbe stato decisivo per il cammino dell’Italia.
Gentile adottò una marcatura durissima, a tratti al limite del regolamento, riuscendo a ridurre l’influenza di Maradona sul gioco. Le immagini di quell’incontro, con il difensore azzurro incollato all’avversario in ogni zona del campo, hanno fatto il giro del mondo, diventando un simbolo del calcio degli anni ’80. Alla fine, l’Italia vinse 2-1 e si lanciò verso una storica cavalcata fino al trionfo mondiale.
Quella partita segnò anche il modo in cui il pubblico percepì Gentile: da un lato esempio di disciplina tattica e rigore difensivo, dall’altro accusato di eccessiva durezza nei confronti del talento argentino. Maradona stesso ne uscì provato, ma quell’esperienza contribuì a consolidarne l’immagine di calciatore capace di sopportare qualsiasi avversità.
Il duello tra Gentile e Maradona non fu soltanto uno scontro sportivo, ma rappresentò una vera contrapposizione di stili: da una parte il calcio italiano fatto di organizzazione, marcature e sacrificio; dall’altra il genio sudamericano, capace di accendere la partita con un singolo tocco. Ancora oggi, quell’episodio resta uno dei momenti più evocativi della storia dei Mondiali e un simbolo dell’eterno confronto tra difesa e fantasia.
La sfida impossibile di Lima
Il 23 giugno 1985, allo stadio Nacional di Lima, il Perù affronta l’Argentina in una gara decisiva per la qualificazione a Messico ’86. Roberto Chale, tecnico della Blanquirroja, elabora un piano estremo: fermare Diego Armando Maradona. Dopo il silenzio nello spogliatoio alla domanda «Chi vuole marcarlo?», ad alzarsi è Luis Reyna, centrocampista dell’Universitario, pronto a sacrificare la propria partita per annullare il più forte di tutti.
Quella sera Reyna diventa l’ombra del Pibe de Oro: lo segue ovunque, lo provoca, lo colpisce con stratagemmi fisici e psicologici. Maradona non riesce a incidere e il Perù vince 1-0 grazie a Oblitas. Per Diego è un’umiliazione, forse la peggiore dopo la marcatura asfissiante subita da Gentile ai Mondiali dell’82.

La vendetta di Buenos Aires
Una settimana dopo, al Monumental, va in scena la resa dei conti. Ancora Reyna sulle tracce di Maradona, ma stavolta l’arbitro è meno permissivo e Diego trova più spazio. L’Argentina soffre, va addirittura sotto 2-1, ma a dieci minuti dalla fine Gareca firma il 2-2 che vale la qualificazione.
Quel pareggio diventa la base per il trionfo mondiale del 1986, con Maradona protagonista assoluto. Reyna resta per sempre l’uomo che riuscì a contenerlo, anche se lui stesso ha sempre vissuto quel ricordo come un disonore. Eppure, senza quella battaglia, forse Diego non avrebbe trovato la forza di diventare leggenda.
