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La lega di Salvini offende Napoli e la memoria di De Crescenzo

La lega di Salvini offende Napoli e la memoria di De Crescenzo. Un politico campano fa anche insinuazioni sulla fede politica del professor Bellavista.

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Luciano De Crescenzo è stato scrittore, regista, attore e conduttore televisivo. Laureato in ingegneria era un grande pensatore. Un uomo della Magna Grecia che amava la filosofia classica e sapeva adattarla alla quotidianità. Con l’ironia e il realismo disincantato di un napoletano doc.

La lega di Salvini offende Napoli, in questa frase molti troveranno un fatto che ormai non fa più notizia, la questione è diventata quasi un luogo comune. Sembra quasi normale che la lega offenda Napoli, ma quello che è davvero insopportabile è che si usi la memoria di Luciano De Crescenzo per offendere Napoli.

Severino Nappi, uno dei maggiori esponenti della Lega in Campania, racconta lo scrittore Maurizio Zaccone, ricorda De Crescenzo con un’immagine del Professore, una sua frase e i simboli della Lega di Salvini sotto.

Il politico va oltre, ringrazia De Crescenzo per aver raccontato al mondo la filosofia di Napoli, dimenticando però come loro hanno raccontato all’Italia quanto facesse schifo Napoli.

E ipotizza, nei commenti, che De Crescenzo potrebbe anche essere stato leghista nell’animo. Ma il professore  non può rispondere, ma i suoi scritti e tutto ciò che ci ha lasciato sì.

In una delle sue ultime interviste, De Crescenzo disse: “Se dovessi rinascere sceglierei sempre Napoli, perché sono un uomo d’amore”. Ci risulta difficile trovare una persona più libera sia intellettualmente che fisicamente di Luciano De Crescenzo, la sua storia è un manifesto alla libertà personale. De Crescenzo ha rinunciato al “posto fisso” un miraggio e una meta per tantissime persone, pur d’inseguire il suo sogno.

De Crescenzo amava il dubbio e non le certezze assolute, quelle che Salvini ci propina ogni secondo sui social o in tv: “Quando incontrate una persona che ha dei dubbi vuol dire che è una brava persona, che è democratica, tollerante. Quelli che hanno le certezze, la fede incrollabile, come Hitler, devono farvi paura. La fede è sempre violenza”.

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DE CRESCENZO, SALVINI E LA LEGA

Ecco la fede, De Crescenzo amava il dubbio, gli interrogativi inevasi, il “pressappoco“, e  l’elogio del quasi.

Associare l’immagine e il pensiero leghista a Luciano De Crerscenzo è un’offesa alla sua memoria e a quanto ci ha lasciato. Il professore amava visceralmente Napoli, con le sue bellezze e le sue contraddizioni, l’ha saputa raccontare meglio di tutti.

Come spieghi a uno della lega il cavalluccio rosso?

Oppure l’abbonamento da Natascia sacro termine di paragone ad ogni bivio, ad ogni scelta.

Provate a spiegare ad un leghista la riflessione sulla vita di merda dei camorristi, i “pensieri poetici” che frammentano la quotidianità.

Oppure i i teoremi di “Protagora” e i dubbi sull’arte moderna, come suggerisce Zaccone.

De Crescenzo non può essere un mezzo per l’ossessiva ricerca di consenso, il populismo, la demagogia, il grado d’istruzione del pubblico di riferimento.

Luciano De Crescenzo, aggiunge Zaccone,  ha preso i concetti più alti e puri e li hai filtrati con il suo animo partenopeo rendendoli patrimonio di tutti.

Cari leghisti e affini, giocate pure con i vostri slogan ma lasciate la storia nel posto che merita. Non pretendete di riscriverla. Anche perché, per farlo, bisognerebbe prima imparare a leggere, e poi a scrivere.