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Kathryn Mayorga: “urlavo mentre Ronaldo mi violentava, dopo in ginocchio chiese scusa”

Kathryn Mayorga racconta al quotidiano tedesco De Spiegel i momenti della violenza subita da Cristiano Ronaldo.

Kathryn Mayorga, la donna che ha accusato di stupro Cristiano Ronaldo, ricostruisce la violenza subita dal calciatore portoghese. Il racconto viene pubblicato dal quotidiano tedesco De Spiegel.  Il sito Il Napolista ha fornito un’accurata traduzione delle dichiarazioni

Nel 2009, Ronaldo alloggia al Palms Casino Resort, uno degli hotel più lussuosi di Las Vegas. L’appartamento dell’attaccante portoghese era il 57306, uno degli attici. Una notte in quella stanza, oggi, costa circa 1000 dollari. Si tratta di un appartamento, che comprende una cucina, un ampio soggiorno e due camere da letto, ognuna con un lussuoso bagno annesso. Sul balcone c’è una vasca idromassaggio con vista sulla città”.

Kathryn Mayorga: "urlavo mentre Ronaldo mi violentava, dopo in ginocchio chiese scusa"

Una volta arrivati nella suite, ricorda Kathryn, tutti saltarono nella vasca. Tranne lei e Jordan (una sua amica) che invece si accomodarono sul bordo. “Avevo un servizio fotografico quel giorno, e non volevo rovinarmi il vestito”, spiega Kathryn. Che poi racconta come Ronaldo gli abbia offerto qualcosa da indossare per entrare nella vasca”.

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La violenza

«Jordan (la sua amica) si stava divertendo, e io volevo che rimanesse lì a divertirsi. Allora ho deciso di mettere quei vestiti”. Kathryn spiega di essere andata in bagno, e di essere stata improvvisamente raggiunta da Ronaldo. Che aveva il pene che pendeva fuori dai pantaloni».

«Mentre racconta la sua storia, Kathryn si ferma brevemente e apre gli occhi in modo così ampio che il bianco diventa visibile intorno alle sue pupille.

Kathryn Mayorga: "urlavo mentre Ronaldo mi violentava, dopo in ginocchio chiese scusa"

Poi dice: «Fondamentalmente, lui… mi ha chiesto di toccare il suo pene per 30 secondi. Quando gli ho detto di no, mi ha implorato di leccarglielo. Stavo ridendo, pensavo: “È uno scherzo? Questo ragazzo così famoso è un fottuto perdente! Lui mi ha detto che se gli avessi dato un bacio, mi avrebbe lasciata andare. Io ho risposto: “Ok, ti bacerò, ma non ho intenzione di toccare il tuo pene”. Kathryn giura di averlo solo baciato, senza toccarlo».

«Quel bacio, però, ha solo acceso di più l’atmosfera. Il racconto di Kathryn: “Comincia a venire verso di me con forza, a toccarmi, a scendere verso il basso con le mani. Io lo spingo via e continuo a dirgli no”. In quel momento, afferma Kathryn, uno dei suoi amici è entrato nella stanza e ci ha chiesto cosa stesse succedendo. “Io ho subito rimesso il mio vestito e ho detto: “Stiamo andando via proprio ora. Ho guardato Ronaldo e anche lui ha detto ‘Sì, stiamo andando via’”».

«“Pensavo che tutto fosse finito”, spiega Kathryn. “Invece non lo era: ma mi ha trascinato nella stanza, non avevo paura, pensavo ‘Ehi, questo ragazzo è irremovibile, il più irremovibile con cui abbia mai avuto a che fare’. Gli spiego che non succederà niente tra di noi”».

“No, No, No”

«Ronaldo, secondo il racconto di Kathryn, non si arrese: “Mi ha girato di spalle, ha cercato di togliermi la biancheria intima, ho cercato di coprire la mia vagina. A quel punto mi è saltato addosso, io gli dicevo no, no, no!”. Ronaldo, afferma Kathryn, l’ha violentata per via anale. Senza preservativo. Senza lubrificante».

«“Dopo che mi ha aggredito, non mi ha permesso di andarmene. Mi chiamava “Baby, baby, baby”. A quel punto, ha iniziato a guardarmi quasi come se si sentisse in colpa, non ricordo, ma sono abbastanza sicura che mi abbia detto “scusa” o “sei ferita?”. Poi dopo, in ginocchio, disse che era un bravo ragazzo. Al 99%, tranne che per un piccolo 1%”».

«Kathryn spiega che in qual momento si rese conto per la prima volta di cosa era successo. “Mi sentivo come se stessi fluttuando in aria, come se stessi uscendo dal mio corpo, come se non fossi in quella stanza. Pensavo che lui avesse qualche malattia, allora ho detto a Ronaldo: ‘Devi dirmi se hai qualche malattia!’. Lui mi ha risposto: ‘No, sono uno sportivo professionista e sostengo analisi approfondite ogni tre mesi. Non potrei giocare a calcio con patologie debilitanti’”».

L’articolo originale del De Spiegel è possibile leggerlo QUI