La corte federale ha penalizzato di 15 punti la Juventus per il caso plusvalenze, ma c’è ancora il caso stipendi da trattare.
La società bianconera era stata già assolta per il caso plusvalenze, ma il caso è stato riaperto dopo le indagini della Procura di Torino con l’operazione Prisma. Va ricordato che il procuratore federale Chiné aveva chiesto ‘solo’ 9 punti di penalizzazione. Mentre alla fine della camera di consiglio è arrivata la decisione di riaprire il processo plusvalenze, ma ha inasprito anche le richieste ed ha inflitto 15 punti di penalizzazioni alla Juve.
Juve: le sanzioni ai dirigenti
La corte federale oltre a penalizzare la Juve in classifica, ha anche infiltto sazioni ai dirigenti, superiori rispetto a quelle chieste dalla procura federale: 2 anni e mezzo a Paratici, 2 anni ad Agnelli e Arrivabene, 1 anno e 4 mesi a Cherubini e 8 mesi a Nedved. La Juve ora avrà tempo 30 giorni per fare ricorso al Collegio di Garanzia del Coni.
Per queste sanzioni è stata richiesta anche l’estensione alla Uefa e Fifa.
Juve: questione stipendi
Ma ora per la Juve la questione non è conclusa. Perché non è stata ancora dibattuta tutta la questione legata agli stipendi ridotti da parte dei calciatori, con la questione Cristiano Ronaldo che può pesare come un macigno.
La manovra stipendi della Juve riguarda le annualità 19-20 e 20-21. Nel caso specifico la Juve fece sapere di aver risparmiato 4 mensilità, ma a quanto pare questo non è mai realmente avvenuto. Come dimostrato anche dalla chat di Chiellini.
Il caso stipendi alla Juve potrebbe portare ad altre sanzioni, applicando l’articolo 31 comma 2 del codice di giustizia sportivo che parla di “violazioni in materia economico-finanziaria e gestionale”, stabilendo che, in caso di “alterazioni di documenti, quindi scritture private che posticipano il pagamenti degli stipendi”,
si può arrivare a “conseguenze superiori alla penalizzazione”. La norma prevede che, in caso di ottenimento dell’iscrizione al campionato attraverso l’alterazione di documenti, di scritture private che posticipano i pagamenti dovuti ai calciatori nella stagione 2021/22, o addirittura rinunciano fittiziamente, il club può essere “escluso dal campionato, retrocedere all’ultimo posto e perdere i titoli sportivi“.