L’ex arbitro di Serie A, Gianluca Paparesta, si è soffermato sulla gestione arbitrale di Genoa-Napoli capitanata da Fabbri.
Nell’ambito di una recente intervista a Radio Kiss Kiss Napoli, l’ex arbitro di Serie A, Gianluca Paparesta, ha condiviso le sue opinioni sulla gestione arbitrale nella partita tra Genoa e Napoli. Paparesta ha sottolineato alcune questioni cruciali riguardo all’uso del VAR e agli errori arbitrali.
Secondo Paparesta, l’arbitro Fabbri avrebbe dovuto intervenire durante l’azione che ha portato al gol di Bani, chiedendo la ripetizione del calcio d’angolo. L’ex arbitro ha evidenziato una mancanza di prevenzione in questa fase iniziale della Serie A, sostenendo che gli arbitri sembrano essere troppo dipendenti dal VAR. Ha affermato che l’attenzione alla prevenzione sui calci piazzati è diminuita significativamente.
“L’arbitro Fabbri, in relazione all’azione che porta al gol di Bani, doveva intervenire e far ripetere la battuta del calcio d’angolo. Ho visto poca prevenzione in questa parte iniziale del campionato di Serie A, gli arbitri mi sembrano troppo schiavi del VAR. Tutta l’opera di prevenzione sui calci piazzati è venuta decisamente meno”.
Paparesta ha anche discusso dell’episodio in cui è stato contestato un possibile rigore su Victor Osimhen. Ha sottolineato che, sebbene ci fosse un errore evidente, il VAR non ha richiamato l’arbitro poiché la decisione era soggettiva. Ha sottolineato che in casi come questo, l’interpretazione degli eventi può variare da persona a persona, e ciò potrebbe portare a diverse opinioni sulla situazione.
“E’ vero che dopo la battuta del calcio d’angolo il VAR non può intervenire, ma il punto è che l’episodio è avvenuto prima e l’arbitro doveva fermare tutto prima della battuta. Rigore mancato su Victor Osimhen? L’evidente errore che avrebbe dovuto indurre il VAR a richiamare l’arbitro non c’è, dunque si tratta di una valutazione soggettiva. Se andassimo a guardare l’azione altre dieci volte sono sicuro che non tutti i presenti sarebbero d’accordo, qualcuno direbbe che è fallo e qualcuno no”.