Gazzetta dello Sport: “Paura Napoli”

Il Napoli resta padrone del proprio destino, ma la frenata contro il Genoa lascia graffi che bruciano. Un pareggio che sa di occasione sprecata: da +3 a +1 sull’Inter nel giro di pochi minuti, da un possibile allungo alla necessità di stringere i denti. Lo raccontano i numeri e lo racconta il silenzio che cala sullo stadio dopo il 2-2, quasi a voler metabolizzare in un lampo la paura, il disorientamento, il rischio. Ma la classifica dice ancora Napoli davanti. E domenica a Parma sarà già tempo di riscatto.
Luci e ombre al Maradona
In una serata che sembrava scritta per spingere il Napoli verso lo scudetto, il copione si è spezzato. La squadra di Conte è partita forte: Lukaku ha sbloccato il risultato al 15’ dopo una splendida azione corale con McTominay, Gilmour, Politano e Anguissa protagonisti. Il Napoli sembrava fluido, padrone del campo, elastico nei moduli e sicuro nel fraseggio. Raspadori, ancora una volta, uomo chiave: trequartista intelligente, costringe i difensori del Genoa a uscire, libera spazio e, dopo aver deciso a Lecce, firma anche il 2-1. Ma quando Conte lo sostituisce con Billing, l’equilibrio si spezza.
Il Napoli, da quel momento, perde brillantezza sulla trequarti e il Genoa prende campo. Il pareggio arriva all’ultimo respiro, con Vasquez che salta sopra Billing e Olivera per firmare il 2-2 su cross di Martin. Prima ancora, era stato l’autogol di Meret, deviando sulla propria porta un colpo di testa del 17enne Ahanor, a riportare in parità i rossoblù dopo la prima rete di Lukaku.
Una notte amara, ma non è finita
I numeri parlano chiaro: 11 tiri nello specchio a 2, 8 angoli a 0. Il Napoli ha prodotto, costruito, ma ha pagato due disattenzioni che pesano come macigni. Da sei mesi la squadra non prendeva due gol in casa. Ma a fine partita, tra i 51.426 del Maradona, non si sentono fischi: si avverte solo una voglia forte di ripartire. L’urlo che si alza è uno solo, come scrive La Gazzetta dello Sport: «Noi ci crediamo!»
Il rischio adesso è mentale: farsi sopraffare dall’ansia, perdere certezze. Conte lo sa. Sa anche che Parma è una piazza amica, dove il Napoli è sempre stato seguito in massa. Ecco perché serve trasformare la delusione in carburante. L’Inter incombe, ma il Napoli è ancora avanti, e il campionato – a due giornate dal termine – è più vivo che mai.
Un sogno ancora possibile
La vera partita si giocherà nella testa, nella gestione della pressione. Il Napoli ha la miglior difesa del torneo, non ha mai subito gol su palla inattiva prima di ieri, ma ora deve dimostrare di avere anche il cuore da scudetto. Lobotka, uscito per infortunio, resta in dubbio, ma la squadra ha alternative. Raspadori, McTominay, Lukaku: gli uomini chiave ci sono, e anche lo stadio si è confermato un alleato.
La trasferta di Parma sarà un altro crocevia. Il Napoli ha bruciato un jolly, ma non il suo sogno. E quando è buio, come ricorda l’eco del Maradona, “Forza ragazzi, noi ci crediamo”.