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Leggende di Napoli

Da un attacco del pirata Uccialì nacque la Torretta di Chiaia

redazione
Last updated: 09/04/2017
redazione 4 minuti di lettura
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4 minuti di lettura

Da un attacco pirata nacque la Torretta di Chiaia. Il leggendario pirata Uccialì voleva rapire la bella marchesa Maria d’Avalos d’Aragona. Il duca d’ Alcalà corse ai ripari.

Di: Vittorio Del Tufo il Mattino

Il terrore arrivò di notte, con le prime galee dei pirati. Non v’erano torri di guardia, nel piccolo borgo di Chiaja, e nessuna sentinella diede per tempo l’allarme. Era il 25 maggio 1563: i turchi sbarcarono sulla spiaggia e si diressero velocemente verso Palazzo d’ Avalos del Vasto, nell’attuale via dei Mille, i cui giardini all’epoca arrivavano fino alla Riviera di Chiaia.

A guidarli era il leggendario pirata Uccialì, il cui obiettivo era seminare il terrore, certo, e saccheggiare il borgo, ma soprattutto sequestrare la bella marchesa Maria d’Avalos d’Aragona, una nobildonna assai nota in città per le rappresentazioni teatrali che organizzava nel suo palazzo e alle quali era solita invitare i ricchi nobili e i rampolli di bella famiglia. Fu una notte di infamia e paura, quella del 25 maggio, ma i saraceni, al comando del terribile pirata, fecero un buco nell’acqua,perché la marchesa non era a palazzo.

Per ritorsione sequestrarono una ventina di persone, tra le quali l’intera servitù del palazzo, pare con la complicità di un servo infedele. La storia, riportata anche dal canonico Carlo Celano nel celebre Notizie del bello, dell’antico e del curioso dellacittà di Napoli, si concluse a Nisida, dovei pirati fuggirono portandosi dietro i prigionieri. Questi ultimi furono liberati solo dopo una lunga trattativa, condotta dal duca d’Alcalà in persona – che allora abitava nel palazzo Colonna di Stigliano – e il pagamento di un riscatto.

Poche ore dopo il blitz nel borgo di Chiaja, all’alba del 26 maggio 1563, il viceré duca d’ Alcalà, testimone diretto dell’incursione, decise di costruire una torretta di avvistamento:la Torretta di Chiaia, come da allora in poi fu chiamata, vide la luce nel 1564, e per lungo tempo – come evidenziato anche dalla celebre Mappa del Duca di Noja – segnò il punto di biforcazione tra la Strada della Grotta di Pozzuoli, cioè l’attuale via Piedigrotta, e quella di Mergellina.

La Torretta aveva tre piani e una deliziosa merlatura che le conferiva un aspetto medievale; a differenza delle altre fortificazioni erette lungo la fascia costiera del Regno di Napoli per arginare le frequenti incursioni saracene o corsare non fu quasi mai utilizzata.Però rimase a presidio del territorio, e baluardo della supremazia cristiana,per lungo tempo ancora. Solo in seguito divenne una «casa di delizie», ma anche un luogo di prostituzione, mentre tutt’intorno sorgevano case di pescatori.

 Machi era il pirata Uccialì? Considerato il miglior ammiraglio della flotta ottomana, citato anche da Miguel de Cervantes nel Don Chisciotte, il famoso corsaro in realtà era nato in Calabria e il suo vero nome era Giovanni Dionigi Galeni.  Rinnegò la religione cristiana dopo essere stato fatto prigioniero da corsari ottomani, e dei cristiani diventò il nemico pubblico numero uno. Ma soprattutto, diventò il pirata più temuto del suo tempo e forse di tutti i tempi.

La sua fama, nella tradizione popolare, è paragonabile solo a quella del mitico pirata Dragut, che appena dieci anni prima dell’«assalto a Chiaia» assediò Napoli costringendo Pedro Álvarez de Toledo a sganciare duecentomila ducati per togliere il disturbo.

 

 

TAGGED: attacco, chiaia, cultura napoletana, leggende, misteri, miti, napoletane, napoletano, napoli
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