Corriere dello Sport: “Napoli, Conte come il signor Wolf: a Riyadh rimette tutto in ordine”
Conte - fonte lapresse - napolipiu.com
Quando il Napoli sembra smarrito, Antonio Conte arriva e sistema le cose. È il filo conduttore del racconto firmato da Fabio Mandarini sul Corriere dello Sport, che paragona l’allenatore azzurro al celebre signor Wolf: sempre pronto a intervenire nei momenti più complicati. È accaduto al suo arrivo a Napoli, dopo la caduta di Verona e le sconfitte con la Lazio, ed è successo ancora in questa stagione, con una costanza che ormai fa scuola.
Come ricostruisce Fabio Mandarini del Corriere dello Sport, il copione si è ripetuto più volte: sconfitte contro Torino e PSV, seguite dalla riscossa con l’Inter; il crollo di Bologna, il ritiro a Torino per riflettere e poi il ritorno in campo con cinque vittorie consecutive. Fino all’ultimo atto, nel deserto di Riyadh, dove Conte ha trovato “l’acqua” sotto forma di una convincente vittoria contro il Milan in semifinale di Supercoppa, dopo due ko consecutivi contro Benfica e Udinese.
Il successo contro il Diavolo vale l’ottava finale in carriera per Conte, la terza in Supercoppa, competizione nella quale ha sempre vinto nei due precedenti. Numeri che, come sottolinea Mandarini sul Corriere dello Sport, raccontano di uno specialista, ma anche di un allenatore capace di ragionare come uno scacchista.
Le mosse decisive
Il Napoli arriva alla semifinale stremato, sia fisicamente che mentalmente. Lo spiega Fabio Mandarini sulle colonne del Corriere dello Sport, ricordando le sette partite affrontate senza Anguissa, De Bruyne, Gilmour, Lukaku e Meret, con le assenze parziali anche di Lobotka, Gutierrez, Olivera e Juan Jesus. Una squadra costretta a giocare ogni tre giorni dal 22 novembre, apparentemente senza energie.
Eppure Conte trova la soluzione. Cambia assetto, sposta uomini e sorprende il Milan in poche mosse: fuori Beukema, Buongiorno e Lang, dentro Di Lorenzo e Juan Jesus nel terzetto difensivo; Politano rilanciato a tutta fascia destra dopo sei panchine su sette gare; Elmas avanzato sulla linea dei trequartisti alle spalle di Hojlund. Scelte che potevano sembrare azzardi, ma che, come evidenzia Fabio Mandarini del Corriere dello Sport, restituiscono equilibrio e solidità.
La svolta tattica
Non solo uomini, ma anche atteggiamento. Il Napoli visto a Riyadh è diverso: pressing meno alto, blocco più basso, squadra compatta e pronta a colpire in ripartenza. Il risultato è un clean sheet e due gol segnati, a conferma dell’efficacia del piano partita.
Il modulo resta il 3-4-2-1, che in fase difensiva si trasforma in 5-4-1, lo stesso sistema inaugurato nel ciclo partito dalla sfida con l’Atalanta. Come ricorda Mandarini sul Corriere dello Sport, si tratta di un ritorno alle origini, dopo l’esperimento iniziale del 4-1-4-1 dei “Fab Four”, abbandonato in seguito al grave infortunio di De Bruyne contro l’Inter il 25 ottobre.
Par condicio di coppa
Ora Conte è atteso dalla sua prima finale in azzurro, lunedì contro il Bologna. Sarà l’ottava della sua carriera, dopo quelle disputate con Chelsea, Inter e Juventus. Proprio con i bianconeri, nelle Supercoppe del 2012 e 2013, arrivarono due successi, uno dei quali contro il Napoli a Pechino, quando Conte era squalificato e in panchina sedeva Carrera.
Un dettaglio che Fabio Mandarini del Corriere dello Sport non dimentica di ricordare: lunedì, Conte proverà a ristabilire la par condicio anche in maglia azzurra, confermandosi ancora una volta l’uomo delle risposte giuste al momento giusto.
