Enrico Castellacci presidente di L.A.M.I.C.A. è intervenuto ai microfoni di Punto Nuovo Sport Show: “Tanti medici della Serie B minacciano le dimissioni”.
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L’allarme lanciato dal dottor Enrico Castellacci a Radio Punto Nuovo è di quelli importante: “Ho ricevuto tantissime email da tantissimi medici della Serie B che minacciano le dimissioni. Non sciopereranno, ma si dimetteranno”.
“Quello che chiediamo è ciò che abbiamo sempre detto: protocolli rigidi, ma applicabili. Non esiste al mondo che si possano fare protocolli senza che si possano rispettare. Noi non abbiamo potuto proferire al tavolo in cui è stato deciso perché non siamo stati invitati, i protocolli vanno fatti in modo che possano essere applicabili, altrimenti non sono utili”. Secondo Castellacci non esiste che “i protocolli vanno fatti solo per la Serie A” ma anche per la “Serie B e la Serie C. I giocatori sono professionisti e come tali hanno il diritto e dovere di allenarsi, anche in caso di non conclusione del campionato. Anche i giocatori di C vogliono allenarsi, bisogna fare protocolli mirati a seconda delle Leghe“.
Castellacci: “Il campionato si potrebbe fermare di nuovo”
C’è un’altra questione da tenere presente ovvero la presenza di un infetto all’interno della squadra: “Sembra che la tendenza sia quello di cominciare a giugno il campionato, ma mettendo paletti rigidi come un solo infettato e tutti in quarantena, si fermerebbe di nuovo. I legali della L.A.M.I.C.A. Sostengono che nessuno vuole non assumersi le sue responsabilità, ma di certo non vogliono assumersi responsabilità che non aspettano a loro“.
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Poi Castellacci aggiunge: “Ho ricevuto tantissime email da tantissimi medici della Serie B che minacciano le dimissioni. Scioperare? Non si tratta di scioperare, polemizzare, ma ragionare con buon senso. E’ strano che non si sia capito che l’unico responsabile non può essere il medico sociale. E’ ovvio che poi, giocoforza, i medici si dimetteranno dal loro incarico, non sciopereranno. Ho mandato una lettera alla FIGC senza ricevere risposte, il punto chiave è il medico del calcio ed ancora oggi non ci danno possibilità di parlare“.