Fabio Capello parla del Napoli fuori dalla corsa scudetto in Serie A, con l’Inter favorita. In una lunga intervista a Il Mattino l’ex allenatore e stimato commentatore tv di Sky fa il punto sulla stagione che sta per partire. Capello non boccia il Napoli, ma non lo vede tra le prime posizioni per la lotta al titolo soprattutto dopo che è andato via Koulibaly: “È chiaro che perso un calciatore che ha personalità in campo, ma anche nello spogliatoio. Non avere più uno come lui, vul dire perdere certezze in un reparto, come quello della difesa, dove c’è sempre bisogno di esperienza, scaltrezza. Ecco, indubbiamente il Napoli ora è cambiato“.
Sull’addio di Mertens: “Ci sta che ad un certo punto si decida di azzerare e ricominciare. Giocare per tanti anni sempre con le stesse persone, porta a codificare le cose, a ripeterle sempre. Evidente che De Laurentiis ha avvertito questa esigenza. Non deve spaventare questa esigenza. Non deve spaventare il cambiamento. Per due volte è toccato anche a me ricominciare daccapo, quasi da zero e tutte e due le volte quando sono arrivato a Madrid a guidare il Real“.
Su Spalletti: “Per certi versi, può essere anche divertente. Quando ci sono profondi cambiamenti così profondi, radicali, le cose essenziali sono le idee. Che, sicuramente, a Spalletti non mancano. Una situazione del genere dà solo stimolo, costringe a una ricerca approfondita delle cose. Io, sempre al Real Madrid, accettai anche la sfida di avere Ronaldo che al suo arrivo pesava 94 kg. E gli feci perdere 10 chili“.
Su Osimhen: “Sotto l’aspetto puramente tecnico, per esempio quando calcia in porta, deve crescere ancora. E Spalletti lo aiuterà a farlo. Certamente, è una grande realtà, un attaccante moderno, atleticamente possente. Ma in questa Serie A è ai livelli di due migliori in circolazione, ovvero Lukaku che è praticamente incontenibile e Vlahovic che quando trova spazio davanti a sé non lo fermi mai“.
Su Raspadori: “Secondo me non ha ancora fatto vedere tutto il suo valore ed è uno che a me piace molto. E poi h auna cosa che a Napoli può infiammare: si vede che ha voglia di arrivare, di combattere. Non è facile far dimenticare uno come il belga, che era divenuto un jolly sempre pronto a essere gettato in campo in base alle esigenze e alle necessità. Però, a un certo punto è giusto per tutti ripartire. Anche per lo stesso calciatore“.