Calcio Napoli

Attacco a Maradona, Zenga si commuove e difende Diego

Walter Zenga difende Maradona e si commuove ricordando Diego. Sky ricorda Italia-Argentina del 90.

 

CALCIO NAPOLI ZENGA-MARADONA. Faceva caldo come adesso, 32 anni fa, a Napoli in quel principio d’estate l’argomento era soltanto uno: il calcio. Meglio: Maradona. Diego era prepotentemente tornato in gran forma nel finale di campionato trascinando la squadra al suo secondo scudetto beffando la miliardaria corazzata berlusconiana del Milan di Sacchi, Gullit, Van Basten, Rijkard, Maldini, Baresi, Donadoni, il meglio del meglio in Europa e non soltanto, insomma. E poi…c’era il Mondiale italiano. E, coincidenza, nello stadio dove si era celebrata qualche settimana prima la festa tricolore, la semfinale tra l’Italia e l’Argentina dell’idolo del San Paolo. Con la città combattuta tra la passione per l’Italia delle notti magiche e il fuoriclasse che l’aveva riscattata da una vita senza vittorie.

ITALIA -ARGENTINA E LA FRASE DI MARADONA

E il giorno prima della semifinale arrivò il messaggio di Maradona. una dichiarazione che toccava tutti i tasti dolenti di chi viveva e vive nel Sud Italia. E’ ancora scritta nel taccuino del cronista, con tutto il fascino della biro che corre veloCe come le parole che ascolta, com’era lontana la fredda epoca della tecnologia digitale.

Testualmente, Diego diceva: “Io voglio solo il rispetto dei napoletani, non il tifo perchè io e la mia nazionale sappiamo che i napoletani sono italiani…solo che gli italiani devono capire che il napoletano è anche italiano…“. Da leader politico più che da calciatore. Parole certamente anche astute, per ottenere un appoggio superiore alle aspettative dagli spalti; ma parole vere, perchè già allora in ogni stadio il Napoli e i napoletani erano oggetto di vergognosi e irripetibili cori razzisti. Come oggi, d’altronde.

Come è andata a finire credo che lo sappiate tutti. L’Argentina spezzò il sogno dell’Italia ai calci di rigore. Diego fu perfetto e decisivo nel realizzare il suo. E un buon numero di spettatori esultò per il successo del capitano del Napoli; qualche altro non si dispiacque poi tanto; la maggioranza, naturalmente, ci rimase molto male.

Sarà un caso, ma ai casi è difficile credere talvolta, da quel momento in poi Maradona subì numerosi e decisivi rovesci personali. Nell’ordine: l’inno argentino fu orrendamente fischiato dal pubblico dell’Olimpico; l’arbitro della finale regalò un rigore inesistente e decisivo alla Germania; tutti improvvisamente “scoprirono” che era schiavo della cocaina e finì sotto inchiesta prima e positivo all’antidoping dopo. Infine fuggì da Napoli in una gelida Pasqua. “Non piansi, ma avrei voluto farlo…”, confessò soltanto molti anni dopo.

ZENGA DIFENDE MARADONA

Negli studi di Sky sport , durante la trasmissione speciale calciomercato, si tornati a parlare della semifinale persa dall’Italia nei Mondiali del 1990 contro l’Argentina. Partita che si disputò a Napoli nello stadio di Diego Armando Maradona.
Ne hanno discusso Walter Zenga, allora portiere della nazionale italiana, e Alessandro Bonan, conduttore del programma in onda su Sky Sport.

Alessandro Bonan: “Noi perdemmo anche per superficialità politica, quella partita contro l’Argentina a Napoli è stata una mancanza da parte della nostra politica”.

Walter Zenga: “Quando parlo di Diego, non riesco a trattenermi… ciao Diego! si commuove, mandando un bacio al cielo. Lui fu molto furbo, ricordò ai napoletani, prima della partita, il trattamento che ricevevano durante il campionato dal resto dell’Italia, la stessa Italia che gli chiedeva di fare il tifo”.