Argentina-Arabia Saudita è la prima sfida al Mondiale in Qatar per la Seleccion, che non vince dal 1986 con Maradona, che guidò il Napoli.
Ci sono popoli, destini, destinati ad incrociarsi sempre. È il caso di Napoli e Argentina, una città e una Nazione, tanto distante quanto vicina, accomunata da un’affinità elettiva e guidata negli anni ’80 dallo stesso dio del calcio: Diego Armando Maradona. L’uomo diventato leggenda, che la morte prematura non ha minimamente scalfito. Perché quell’uomo dal genio infinto e dal carattere condottiero è stato un capo popolo, a Napoli come in Argentina.
Napoli e Argentina: la speranza della vittoria dopo Maradona
Oggi l’Argentina comincia il suo viaggio ai Mondiali in Qatar, i più contestati della storia del calcio. La speranza è di poter tornare nuovamente alla vittoria di un titolo iridato, perché non si vende dall’epoca di Diego Armando Maradona che nel 1986 in Messico riuscì a trascinare la Seleccion alla vittoria anche grazie al gol del secolo e alla mano di Dios. Due gol epici segnati contro l’Inghilterra contro cui l’Argentina aveva combattuto la guerra delle Isole Falkland. Ancora una volta storia e calcio si unirono, come a creare un’unica amalgama ed a dare quella spinta in più per la vittoria finale.
Quando Maradona trascinò alla vittoria dei due scudetti a Napoli non c’era nessuna guerra reale, ma c’era da trascinare un popolo alla vittoria contro il Nord. Non a caso Maradona, con il suo incredibile talento dialettico, aveva sottolineato più volte questo aspetto. E così oggi Argentina e Napoli sognano di tornare di nuovo alla vittoria, ma senza Maradona in campo. Perché il dio del calcio ci sarà sempre a vegliare su di loro. Il suo spirito infonderà sempre una carica in più a chi indossa la camiseta albiceleste dell’Argentina e la maglia azzurra del Napoli. Perché Diego Armando Maradona non è mai morto nel cuore di chi lo ama.