Napoli, la corsa al titolo passa da Torino: Conte prepara la mossa decisiva

Napoli, la corsa al titolo passa da Torino: Conte prepara la mossa decisiva

A Castel Volturno piove e poi torna il sole, proprio come l’umore di una città che sogna il tricolore ma sa che ora serve solo una cosa: continuità. Antonio Conte lo ripete a ogni seduta: “Niente sbalzi, niente oscillazioni”. A cinque giornate dalla fine, con l’Inter agganciata a quota 71 in vetta, ogni dettaglio può fare la differenza. Domenica al Maradona, alle 20.45, arriva il Torino di Paolo Vanoli, ex collaboratore di Conte in Nazionale, al Chelsea e all’Inter: uno che lo conosce a fondo.

Il nodo tattico: due punte o tridente?

Come scrive Mandarini sul Corriere dello Sport, il Napoli è alle prese con un dilemma di formazione legato soprattutto all’assenza di David Neres, fermato da una lesione al soleo. L’idea di tornare al 4-4-2, già sperimentata a febbraio-marzo con Raspadori accanto a Lukaku, è concreta: il dialogo tra Romelu e Jack è già stato rodato, e il brasiliano McTominay potrebbe spostarsi sulla sinistra, con Olivera pronto a supportare alle spalle. Alternativa, altrettanto concreta, è quella della continuità: il classico 4-3-3 con Spinazzola, Lukaku e Politano in avanti, modulo che ha portato i maggiori successi fin qui. Conte, che ha fatto dell’equilibrio il suo mantra, valuterà anche in base alla tenuta difensiva.
Difesa in emergenza: Buongiorno resta in dubbio

Sul fronte arretrato, il Corriere dello Sport evidenzia come resti in bilico il rientro di Alessandro Buongiorno, ancora alle prese con una tendinopatia. La sua presenza avrebbe un valore simbolico oltre che tecnico: cresciuto nel vivaio granata, Buongiorno è l’anima del Torino e un ex con i colori ancora nel cuore. Senza di lui, e con Juan Jesus fuori fino a fine stagione, Conte dovrà probabilmente affidarsi ancora alla coppia Marin–Rrahmani, come a Monza.

Ballottaggio Anguissa-Gilmour

Anche a centrocampo non mancano i dubbi: Anguissa o Gilmour, scrive Mandarini, un duello che sta diventando una costante nella gestione contiana. Il camerunese offre fisicità e dinamismo, lo scozzese intelligenza tattica e distribuzione del gioco. La scelta, ancora una volta, sarà fatta in nome dell’equilibrio.