Miraggi, pronostici, moduli e allucinazioni.
Quando lo scudetto è di tutti…
Di: Bruno Marra per Cuore azzurro Free magazine
Sapete qual è il mese dell’anno in cui siamo più propensi a sognare che i nostri desideri diventino realtà? Provate a pensare.
Dicembre perché c’è la magia del Santo Natale? Gennaio perché cominciano i buoni propositi per l’anno nuovo? Marzo perché la Primavera ci inebria d’amore? Giugno perché l’estate ci avvolge di calore? No. Esiste un solo mese dell’anno in cui i sogni hanno legittima cittadinanza. Ovvero: AGOSTO!
Ad agosto si consumano i più intensi, spericolati, incoffessanti sogni calcistici. Noi tifosi immaginiamo di poter vincere qualsiasi cosa, di poter raggiungere qualsivoglia obiettivo.
Mentre le notizie di mercato impazzano “Giginho” diventà Pelè, “Cotechinho” è il nuovo Maradona, “Segalinho” è l’erede di Ronaldinho e “Van der Boh”è la fotocopia di Rudy Krol.
In questa rutilante giostra di emozioni, sensazioni, previsioni e miraggi, noi ci perdiamo come naufraghi su un’isola felice e siamo disposti ad imbarcarci nel viaggio più suggestivo che ci sia verso l’agognata terra promessa che ci porti nudi e felici alla meta della gloria.
L’italia è l’unico Paese in cui ad Agosto si vincono 4 scudetti, ci sono 8 capocannonieri del campionato e non esistono retrocessioni. I giornali a turno assegnano il titolo di regina del mercato.
Titolo che a sua volta viene rigettato dalle squadre in questione per motivi scaramantici, perché a noi ci piace “viaggiare a fari spenti” come la Hit di Lucio Battisti. Ma intanto il popolo sogna in ogni latitudine, dal Nord al Sud. Gli allenatori sono chiamati ai proclami, perché se non lanciano il loro urlo di battaglia rischiano di essere identificati come comandanti imbelli e poco rassicuranti.
I Presidenti si lustrano le figurine dei loro calciatori come se fossero la lampada di Aladino, che se li strofini esce il Genio. I capitani coraggiosi incitano e aizzano la folla per una stagione da urlo e noi siamo lì estasiati dal favoloso agosto che ci proietta verso lidi sconfinati più incantevoli delle meraviglie tropicali.
Senza considerare la materia che più affascina i tifosi: i fantasmagorici moduli. Gli schemi annunciati da numeri mirabolanti, spesso improbabili, ma certamente affascinanti, scanditi come delle formule magiche: 4-4-2; 4-3-2-1; 4-2-3-1; 4-51; 4-3-3.
Sembra il cubo di Rubrick, un rompicapo dietro il quale ci spacchiamo le meningi sotto l’ombrellone come se fossimo immersi nell’Enigma della Sfinge.
Con i media che a loro volta ci martellano e ci persuadono affinchè possiamo comprendere bene il modulo perfetto, che finalmente è arrivato l’allenatore che usa lo “schema a X”, lo schema “WM”, lo schema “farfalla”, lo schema “a croce uncinata” e gli unici a farsi la croce sono il buon senso ed il realismo che se ne vanno in prigione senza grazia.
Da quando è nato il pallone gli scudetti, le coppe, i traguardi, si conquistano coi calciatori, con quelli forti e con dei gruppi di uomini veri.
Noi “ragazzi” degli Anni 70, ai quali appartengo con orgoglio, continuiamo a pensarla così, perché abbiamo una visione del calcio forse romantica, ma certamente autentica. Ma intanto godiamoci le allucinazioni di agosto.
Tutti a sognare sotto le stelle, come se lo scudetto fosse una cometa che si illumina nella notte di San Lorenzo…